LA SENTENZA

Copyright, vittoria “monca” di Samsung contro Apple sugli iPhone

L’Alta Corte Usa giudica “eccessiva” la multa di 399 milioni di dollari comminata al colosso sud-coreano: la copia c’è stata, ma solo in parte. La palla passa ora alla Corte di Washington. Apple: “La violazione dei brevetti non è in discussione. Ottimisti per il verdetto finale”

Pubblicato il 07 Dic 2016

Andrea Frollà

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Samsung non dovrà pagare la multa da 399 milioni di dollari ad Apple per aver copiato l’iPhone con il suo Galaxy. Ma una clonazione “parziale” c’è stata e qualche assegno dalla Corea del Sud dovrà comunque partire. La sentenza emessa ieri dalla Corte Suprema degli Stati Uniti scrive un nuovo capitolo della guerra sul copyright fra i due giganti hi-tech, inziata 5 anni fa.

All’unanimità l’Alta Corte statunitense ha disposto che, se un singolo pezzo del prodotto viene copiato, il titolare di quel brevetto non può richiedere danni sui profitti generati dall’intero prodotto. Trattandosi nello specifico di una disputa legata al design, il giudizio della Corte è: se copio solo qualche elemento del prodotto non è giusto che sia obbligato a risarcire il mio competitor come se l’avessi copiato tutto.

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Il caso è parte della mega vertenza da 548 milioni, partita con una richiesta di risarcimento originaria da 1 miliardo, che vede Samsung accusata di aver copiato alcuni brevetti dell’iPhone. La sentenza, pur non entrando nel merito del torto o della ragione, sancisce che in ogni caso il risarcimento di 399 milioni di dollari imposto a Samsung è eccessivo, perché equivale al totale di quando guadagnato dalla vendita dei prodotti che la società avrebbe copiato da Apple. Copiatura che, sottolineano i giudici, si limita poi ad aver riprodotto la forma “rettangolare dell’iPhone con bordi arrotondati e un griglia di icone colorate su uno schermo nero”. La palla passa ora alla corte di Appello di Washington, cui è stato inviato il caso dall’Alta Corte, per decidere chi tra i due litiganti abbia ragione.

Attorno alla guerra Samsung-Apple c’è un attenzione mediatica quasi senza precedenti per il mondo tecnologico, ma è un interesse più che naturale. La legge Usa riguardante i brevetti sul design non viene modificata da 120 anni ed è stata creata in un’epoca in cui i prodotti erano molto più semplici e per tutelarli bastava un singolo brevetto. Quindi le pronunce della Corte suprema a stelle e strisce tracciano di fatto la rotta legale per il futuro e quella sul caso Samsung-Apple è la prima sul design copyright. Bisogna ricordare poi che oggi uno smartphone è tutelato da migliaia di brevetti e, proprio per questo motivo, secondo la massima autorità giudiziaria americana bisogna tener conto dei singoli elementi oggetto di violazione.

“Continueremo a proteggere gli anni di duro lavoro che hanno reso l’iPhone il prodotto più amato e innovativo al mondo – replica Apple poco dopo la pubblicazione della sentenza – La questione arrivata alla Corte Suprema era su come calcolare l’ammontare che Samsung deve pagare. La copia delle nostre idee non è in discussione. Restiamo ottimisti per il verdetto finale”.

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