LA SENTENZA

Corte Ue, stop alle vendite delle copie di Office & Co.

La pronuncia dei giudici di Lussemburgo vieta la cessione dei backup di software senza autorizzazione del titolare dei diritti. La compravendita resta invece libera per i supporti originali delle licenze

Pubblicato il 12 Ott 2016

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La Corte Ue stoppa le vendite delle copie di riserva dei software con licenza. La pronuncia dei giudici di Lussemburgo chiarisce una diatriba che si protrae da lungo tempo e che riguarda programmi molto diffusi come Office di Microsoft o il sistema operativo Windows.

Chi è in possesso di un software accompagnato da licenza d’uso illimitata può venderla ad un sub-acquirente, spiega la Corte europea, senza che il produttore possa opporre alcuna eccezione. Ma qualora il supporto fisico originale della copia inizialmente consegnata sia danneggiato, distrutto o smarrito, “il primo acquirente non può fornire al subacquirente la propria copia di salvataggio, a meno che non abbia l’autorizzazione del titolare dei diritti”. Ciò significa che può passare di mano solamente il software originale e non le copie di backup, che spesso vengono create a scopo cautelativo dagli utenti.

Il caso nasce dalla Lettonia, dove sono state vendute illegalmente online copie di riserva di vari programmi Microsoft per il computer. Secondo i giudici “il titolare del diritto d’autore su un programma informatico che lo ha venduto su un supporto fisico come un cd-rom con licenza d’uso illimitata non può opporsi alle vendite successive”, mentre la vendita delle copie d’occasione registrate su un supporto non originale “è possibile a condizione che non pregiudichi il diritto esclusivo di riproduzione garantito al titolare, che ha anche il diritto di fare copie di riserva ma solo per uso privato e non di vendita”.

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