SPECIALE MOBILE PAYMENT

Countdown per Move and Pay

La lotta al contante passa anche e soprattutto attraverso l’uso degli smartphone e delle card contactless. Nel 2013 via alla commercializzazione della piattaforma di m-payment di Intesa Sanpaolo

Pubblicato il 03 Gen 2013

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Diffondere su larga scala i pagamenti contactless tramite smartphone, forti dell’esperienza acquisita in un anno di sperimentazione sul campo con 600 clienti. Questo l’obiettivo del Gruppo Intesa Sanpaolo, che nel 2013 entrerà nella fase di commercializzazione di Move and Pay, la piattaforma di m-payment nata nel 2011, prima in Italia, quando era difficile prevederne il gradimento e quando la collaborazione tra telco, banche e circuiti di pagamento era tutta da inventare. Nel frattempo, la “lotta al contante” prosegue a ritmi incalzanti e gli italiani, da sempre forti compratori e utilizzatori di cellulari, sono gli utenti ideali per spingere gli acquisti via smartphone. “I pagamenti con il cellulare possono trovare applicazione in ogni settore della vita quotidiana – spiega Marco Siracusano, responsabile Marketing Privati di Intesa Sanpaolo -. Il nostro obiettivo è facilitare al massimo l’uso ordinario degli smartphone per effettuare pagamenti senza contante come elemento della “mobile life”, il modo di vivere in movimento facilitato dalla tecnologia”.

Intesa Sanpaolo è pronta per la sfida: ha stretto accordi con i due circuiti di pagamento più diffusi al mondo, Mastercard e Visa, ha iniziato a collaborare con Telecom Italia e ha avviato trattative con gli altri operatori. E gli investimenti in tecnologia riguardano tutto l’universo contactless: dal 3 dicembre tutte le carte di credito del gruppo – non solo quelle di nuova emissione ma anche quelle in rinnovo perché in scadenza – sono contactless. Un’operazione che alla banca costa oltre un euro a carta e che per il cliente non comporta alcun costo.

“Partiamo da una base di 10 milioni di clienti privati, che si aspetta da noi servizi innovativi che semplifichino la vita. Ecco perché vogliamo essere abilitatori di questa tecnologia – continua Siracusano – in modo che entri nella quotidianità della gente, dagli acquisti al centro commerciale al panino consumato al bar”.

“Le premesse sono ottime – aggiunge Siracusano -. In Italia i pagamenti senza contante rappresentano l’8%-10% del totale e lo scontrino medio è di circa 70 euro. Nel nostro paese c’è un parco di circa 50 milioni di cellulari, di cui il 50% della categoria smartphone. Ciò significa che già oggi 5 milioni di clienti Intesa Sanpaolo hanno lo smartphone e sono pronti per effettuare i micropagamenti contactless”.

Il decollo del contactless è però condizionato dalla diffusione delle sim Nfc compliant da parte delle telco. Per ora, ce ne sono poche migliaia in circolazione, ma sono indispensabili per poter associare e personalizzare le carte di credito e le prepagate al numero dello smartphone del cliente. Il costo di una sim per gli operatori è di un euro mentre una sim Nfc costa 1,5-2 euro in più.

Un’altra prospettiva da cui guardare al fenomeno dei pagamenti contactless è quella degli esercenti, che devono essere dotati di Pos abilitati. “Oltre che sulla massa critica occorre agire sul fronte dell’informazione e dell’assistenza ai merchant – sottolinea Maurizio Manzotti, amministratore delegato di Setefi, società del Gruppo Intesa Sanpaolo specializzata nell’erogazione di servizi di moneta elettronica -. Setefi sta svolgendo un lavoro sistematico: abbiamo ad esempio completato il convenzionamento di tutti i negozi del gruppo Inditex-Zara e delle profumerie Limoni e si tratta già di Pos multicircuito, in grado di operare sia su PayPass di Mastercard sia su PayWave di Visa. In ogni caso, anche per i Pos è previsto un upgrading al contactless per oltre 15mila terminali entro la fine del 2013”.

Un obiettivo da realizzare invece con i circuiti è quello di creare un inventario completo dei Pos contactless e fare in modo che il cliente possa sapere in anticipo dove può pagare con questa modalità. Altro aspetto importante, infine, è la questione della logistica nei punti vendita. La user experience del cliente deve essere la stessa ovunque. ”Occorre che nei negozi il Pos sia posizionato alla cassa a portata di mano del cliente – spiega ancora Manzotti – per consentirgli di pagare con pochi gesti sempre uguali, semplicemente avvicinando lo smartphone al lettore. A questo proposito, stiamo offrendo formazione agli addetti alle casse dei punti vendita. Contano anche i dettagli – conclude il manager – quando si tratta di trasformare una novità in un’abitudine quotidiana che facilita la vita”.

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