Facebook, Google e Twitter dovranno fornire all’Unione europea aggiornamenti su base mensile delle loro attività per fronteggiare e arginare la diffusione di fake news riguardo al Covid-19. La stretta di Bruxelles sui social media rientra in una più ampia strategia, che sarà presentata nella seconda metà dell’anno, che riformerà il modo in cui Facebook & co. controllano i contenuti che vengono postati sulle loro piattaforme, come rivelano le anticipazioni di Politico.com.
La versione ufficiale delle nuove regole della Commissione Ue sulla lotta alla disinformazione sul Covid-19, le origini e le cure, sarà pubblicata mercoledì. Bruxelles intende prendere di mira anche le tante fake news circolate sul presunto legame tra coronavirus e 5G.
Appello alla Russia e alla Cina
La Commissione europea chiederà probabilmente una maggiore cooperazione con i partner internazionali, inclusi la Nato e il G7, per combattere la disinformazione digitale. L’esecutivo dell’Ue potrebbe anche rivolgere una precisa richiesta alla Russia e alla Cina perché si impegnino a contrastare le fake news coronavirus mirate a colpire la credibilità politica dell’Occidente. Secondo Bruxelles, i due paesi supportano la diffusione di false informazioni sul coronavirus per screditare l’Unione europea e gli Stati Uniti, anche se questo riferimento potrebbe essere rimosso nella versione definitiva dell’annuncio di mercoledì.
“È l’ora di potenziare i nostri sforzi su questo tema e non permettere ad altri paesi, come la Cina, di occupare questo spazio“, ha affermato Věra Jourová, vice presidente della Commissione per i valori e la trasparenza, durante un webinar organizzato dal suo gruppo politico Renew Europe riguardo proprio alla diffusione delle notizie false. “Dobbiamo migliorare la nostra capacità di valutare le minacce e cooperare con i partner come la Nato”.
Ad aprile, riporta Politico.com, le autorità cinesi hanno chiesto con insistenza alle autorità europee di “glissare” su uno studio che criticava Pechino attribuendole un ruolo nel promuovere la disinforamzione sul coronavirus.
Un nuovo codice di condotta per i social
Jourová e Josep Borrell, il capo diplomatico dell’Ue, faranno la prossima settimana un annuncio ufficiale sul tema della disinformazione online. Ci sarà una comunicazione, anche se non vincolante, che chiederà ai social media di aderire a un nuovo codice di condotta anti-fakes news (dopo quello, sempre volontario, pubblicato nel 2018).
Facebook, Google e Twitter si sono impegnate concretamente nel cancellare dalle loro piattaforme le false informazioni sul Covid-19 e a promuovere le informazioni provenienti dagli organi di governo in materia di salute pubblica.
Ciononostante le fake news e le teorie complottiste sul coronavirus si sono ampiamente diffuse, incluse le “bufale” sul legame tra Covid-19 e il 5G, false storie su governi che avrebbero volontariamente creato il virus come arma biologica e improbabili terapie.
La “pandemia” di fake news
Lo scorso mese un report di NewsGuard, che monitora l’affidabilità delle notizie sui siti web, ha rivelato che le fake news sul coronavirus continuano a circolare online malgrado le politiche di contenimento messe in atto dalle piattaforme social, con Twitter particolarmente in difficoltà nel rilevare e cancellare le notizie false.
“Continuano a restare online molteplici post di account su Twitter con oltre 100mila follower che promuovono disinformazione su cure discutibili”, si legge nel report, “che violano le politiche introdotte dai social media, Facebook e YouTube, per contrastare la pandemia di Covid-19”.
Anche il video “Plandemic” ha dato filo da torcere alle piattaforme social. Il filmato contiene affermazioni che sfidano il consiglio dei medici, come l’isolamento domiciliare che danneggerebbe il sistema immunitario e le mascherine che metterebbero a rischio la salute invece che preservarla. Su Facebook e YouTube aveva ricevuto 1 milione di visualizzazioni prima di essere rimosso.
In Italia il report pubblicato da Agcom a fine aprile (il secondo numero dell’Osservatorio sulla disinformazione online – Speciale Coronavirus) ha sottolineato che, nel secondo mese dell’emergenza epidemiologica, l’attenzione attribuita dalle fonti di disinformazione al coronavirus rimane elevata (37% del totale, nella settimana dal 13 al 19 aprile), pur attestandosi su valori inferiori rispetto a quelli registrati tra il 10 e il 20 marzo. Un trend decrescente si osserva anche per l’offerta di informazione, mentre torna ad aumentare l’incidenza della disinformazione sul totale delle notizie online relative al coronavirus (con un valore compreso tra il 5% e il 6%).