IL REPORT

Credito di filiera alla svolta, blockchain e AI spingono il mercato

Ricerca dell’Osservatorio Supply Chain Finance della School of Management Polimi: il giro d’affari vale 530 miliardi in Italia, sempre più forte il ruolo delle nuove tecnologie. Il fintech leva per la creazione di partnership fra player

Pubblicato il 13 Mar 2019

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Blockchain, Internet of Things e Artificial Intelligence sempre più forti nel mercato della Supply Chain Finance, una torta il cui potenziale vale in Italia ancora 530 miliardi: si tratta del secondo mercato più grande in Europa, dopo la Francia (e prima della Germania). Non mancano i segnali positivi: si contraggono i tempi medi di incasso dei crediti commerciali (-4,3%), e risulta in crescita anche il mercato servito (28% del totale) per un valore di 147 miliardi di euro (+3,5%).

Emerge dai risultati della ricerca dell’Osservatorio Supply Chain Finance della School of Management del Politecnico di Milano – è stata presentata oggi a Milano al convegno “Welcome to the Supply Chain Finance collaborative arena” (www.osservatori.net) – che fotografa un ecosistema consolidato all’interno del quale aumentano le partnership fra operatori della filiera (30 in Italia nell’ultimo anno, il doppio nel mondo) sulla spinta dell’adozione di soluzioni fintech e bisogno di innovazione degli attori tradizionali.

Il mercato potenziale rimane ampio, ma il mercato servito comincia a mostrare segnali incoraggianti di adozione di soluzioni innovative, anche grazie all’importante spinta del fenomeno fintech – commenta Federico Caniato, Direttore dell’Osservatorio Supply Chain Finance -. Un altro ottimo segnale è il moltiplicarsi delle collaborazioni all’interno della filiera, per ottimizzare la relazione fra compratori e fornitori, fra attori dell’ecosistema con diversi modelli di business, per sfruttare nuove opportunità, e con operatori fino a poco tempo fa estranei al settore, come le piattaforme di eCommerce o i provider logistici”.

Sempre più rilevante in particolare il ruolo di blockchain e IoT che, insieme all’automazione del processo che fa leva su IoT, Artificial Intelligence e Big Data Analytics, possono aiutare a limitare molti rischi del Supply Chain Finance (come il rischio operativo, quello di doppio finanziamento o ancora il rischio di non ottenere le performance sperate). L’uso combinato delle tecnologie è la chiave per raggiungere le migliori prestazioni, perché nessuna di queste da sola riesce ad avere un impatto pervasivo su tutti i requisiti o su tutte le fonti di rischio.

Ciononostante il fronte italiano del mercato servito risulta ancora dominato da strumenti tradizionali: l’anticipo fattura (79 miliardi) e il factoring (58 miliardi). Ma sono Reverse Factoring (4 miliardi, +33%) e Invoice Auction (40 milioni, +500%) a crescere più velocemente. In particolare il Reverse Factoring permette ai fornitori di sfruttare il merito creditizio di un’azienda cliente per ottenere prezzi più bassi e vale 4 miliardi (lo 0.8% del mercato, +33%), mentre l’Invoice Auction (marketplace per l’anticipo fattura basato su una piattaforma tecnologica che consente a terze parti con disponibilità di capitali di investire nelle fatture emesse dalle aziende), vale appena 0,04 miliardi (0,01% del mercato) ma è cresciuto del 500% in un anno.

“Il settore è oggi più maturo, con soluzioni innovative quali l’Invoice Auction, la Carta di Credito e il Dynamic Discounting che non sono più soltanto esempi isolati – afferma Antonella Moretto, Direttrice dell’Osservatorio Supply Chain Finance -. Le nuove tecnologie consentono anche alle piccole e medie di imprese l’accesso all’ecosistema del credito di filiera, ma allo stesso tempo inducono le aziende a considerare contemporaneamente diverse prestazioni, un obiettivo raggiungibile soltanto con un’attenta gestione dei processi interni e delle competenze organizzative”.

Fra gli attori coinvolti, accanto al peso importante di operatori tradizionali, come banche, factor e fornitori di piattaforme, si affacciano attori innovativi come i provider di informazioni. In Italia sono rilevanti anche gli operatori logistici e i fondi di investimento, mentre le imprese europee si affidano spesso alle società di consulenza per la fase di selezione e implementazione delle soluzioni.

La creazione di network tra operatori di filiera viene spinta in particolare dalle soluzioni fintech. In Italia sono nate quest’anno 30 partnership, più del doppio a livello mondiale. Fra queste emergono le collaborazioni fra provider finanziari (banche, factor, assicurazioni), che portano mercato e managerialità, e provider tecnologici (attori consolidati o startup), che forniscono piattaforme e tecnologie abilitanti e idee innovative, pari al 37,3% del totale. Seguono le collaborazioni tra provider finanziari e associazioni di categoria o imprese capofiliera come strumento di supporto concreto a filiere specifiche (26,5%), le partnership fra fornitori tecnologici o di informazioni per allargare reciprocamente la propria offerta (20,5%) e quelle tra provider finanziari per supportare attori più deboli come le Pmi, filiere specifiche o processi critici quali quelli di internazionalizzazione (15,7%).

Più spazio al ruolo delle Pmi, non solo come utilizzatrici ma anche come promotrici a supporto dei fornitori. Fra questi si distinguono le Pmi “Dreamers”, le imprese che vorrebbero sostenere la crescita della propria filiera adottando soluzioni di Supply Chain Finance ma si trovano ad operare in un ambiente non abbastanza maturo, le “Hurried”, che già utilizzano queste soluzioni ma in modo destrutturato e soltanto per gestire le emergenze, e le “Analytical”, che invece riescono a utilizzarle in modo strutturato, grazie a un’approfondita conoscenza degli strumenti e un’attenta analisi dei costi e dei benefici, e con l’obiettivo di migliorare gli indicatori finanziari.

L’Osservatorio accende un riflettore anche sul mercato cinese del Supply Chain Finance: mercato in forte espansione, con un valore stimato di 2,7 trilioni di dollari entro il 2020 (secondo lo Studio Forward Business 2018), un’attenzione crescente alle tecnologie fintech e la presenza sul mercato di una grande varietà di attori, dalle banche alle piattaforme di e-commerce, passando per fornitori logistici, i provider tecnologici e aziende industriali.

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