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Criptovalute, via libera alle norme sull’antiriciclaggio



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Ok preliminare dal Consiglio dei ministri al decreto che recepisce il regolamento Ue. I prestatori di servizio inseriti nella categoria degli intermediari bancari e finanziari. Prevista la vigilanza da parte di Bankitalia. Ecco le novità

Pubblicato il 30 ott 2024



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Via libera preliminare del Consiglio dei ministri ad un decreto legislativo per adeguare le norme nazionali antiriciclaggio alle disposizioni europee includendo le attività con criptovalute.

Come spiega Palazzo Chigi in una nota, il Governo, su proposta del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto e del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo di adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2023/1113, riguardante i dati informativi che accompagnano i trasferimenti di fondi e determinate cripto-attività e che modifica la direttiva (UE) 2015/849, e per l’attuazione della direttiva (UE) 2015/849, relativa alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo, come modificata dall’articolo 38 del medesimo regolamento (UE) 2023/1113.

Criptovalute, primo ok del Governo alle norme antiriciclaggio

Al fine di adeguare l’ordinamento nazionale alle disposizioni del Travel rule crypto (Tfr), prosegue la nota del Consiglio dei Ministri, il decreto modifica il decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 23 (cosiddetto decreto antiriciclaggio), e apporta modifiche di mero coordinamento al decreto-legge 28 giugno 1990, n. 167, in materia di rilevazione a fini fiscali di taluni trasferimenti da e per l’estero di denaro, titoli e valori.

Di seguito le novità al fine di rafforzare i presidi antiriciclaggio in relazione alle cripto-attività.

I prestatori di servizi saranno soggetti a vigilanza

Si modificano le definizioni già previste di “cripto-attività”, di “servizi per le cripto-attività” e di “prestatori di servizi per le cripto-attività”, secondo quanto previsto dal regolamento (UE) 2023/1114.

Si inseriscono i prestatori di servizi per le cripto-attività (Casp), cioè le persone giuridiche autorizzate ad effettuare la prestazione di uno o più servizi per le cripto-attività ai clienti su base professionale, nella categoria degli “intermediari bancari e finanziari“, al fine di assicurare che gli stessi siano soggetti agli stessi requisiti e allo stesso livello di vigilanza, relativamente ai profili antiriciclaggio, previsti per gli intermediari bancari e finanziari.

Con riguardo agli obblighi cui i Casp saranno soggetti in virtù della loro inclusione tra gli intermediari bancari e finanziari, si prevedono, tra gli altri l’obbligo di trasmissione all’Unità di informazione finanziaria per l’Italia (Uif) dei dati aggregati concernenti la propria operatività, al fine di consentire l’effettuazione di analisi mirate a far emergere eventuali fenomeni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo nell’ambito di determinate zone territoriali e la soggezione alla vigilanza di Banca d’Italia, ai fini antiriciclaggio.

Inoltre, si includono i prestatori di servizi per le cripto-attività tra i soggetti presso i quali il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza può espletare controlli sui fenomeni di riciclaggio.

Il decreto legislativo preliminarmente approvato interviene anche sulle disposizioni in materia di analisi e valutazione del rischio, individuando misure che devono essere attuate dai prestatori di servizi per le cripto-attività, al fine di mitigare e attenuare i rischi riconducibili a trasferimenti verso o da indirizzi auto-ospitati.

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