Intel e Samsung Electronics potrebbero dare vita a una partnership strategica per rispondere al perdurare dell’instabilità delle supply chain globali e alla crescente competizione con gli altri colossi dei semiconduttori, tra cui spicca Taiwan Semiconductor Manufacturing (Tsmc).
Gli incontri di Gelsinger con il top management Samsung
Patrick Gelsinger, amministratore delegato di Intel, dopo aver partecipato al World Economic Forum di Davos, in Svizzera, si è infatti fermato a Seoul e domenica – sulla scia delle trattative Corea del Sud-Usa, che hanno concordato una cooperazione rafforzata in settori strategici come chip, batterie, bio, energia e mobilità futura – ha visitato la sede di Samsung Electronics a Seocho-dong, nel sud di Seoul. Gelsinger ha poi tenuto una serie di colloqui con le figure apicali del gruppo: Jay Y. Lee, vicepresidente, Kyung Kye-hyun, responsabile delle soluzioni per dispositivi, Roh Tae-moon, responsabile dell’esperienza mobile, Lee Jung-bae, capo delle attività sulla memoria, Choi Si-young, numero uno delle fonderie, e Park Yong-jin, capo dello sviluppo dei sistemi Lsi.
In particolare, Lee e Gelsinger hanno discusso delle opportunità di cooperazione sui fronti delle memorie di nuova generazione, dei chip di sistema fabless, delle attività di fonderia, dei Pc e dei dispositivi mobili.
Una nuova strategia per Intel?
L’incontro potrebbe quindi essere il punto di partenza per un cambio di rotta delle politiche concorrenziali di Intel, che ha recentemente annunciato importanti investimenti nelle attività di fonderia (tra cui un impianto da 20 miliardi di dollari a Chandler, in Arizona) per sfidare Tsmc e per l’appunto Samsung. Gelsinger aveva addirittura chiesto al governo degli Stati Uniti di fornire sussidi solo alle società americane, spiazzando proprio il gruppo coreano, che sta avviando un progetto da 17 miliardi di dollari in Texas.
Samsung d’altra parte ha l’obiettivo dichiarato di diventare leader mondiale nell’ambito dei processori entro il 2030, ma è ancora molto indietro rispetto a Tsmc, a cui si deve la metà della produzione dei chip on demand. Secondo la società di ricerche di mercato TrendForce, nel quarto trimestre del 2021, Tsmc ha infatti generato il 52,1% delle entrate globali del settore, molto più avanti di Samsung, che ha pesato per il 18,2% del fatturato complessivo.