LA STRATEGIA

Crisi dei chip, l’Italia affila le armi: fondi ad hoc per la ricerca e nuove gigafactory

Nel decreto Bollette previste risorse pluriennali, fino al 2030, per la produzione nazionale. Maggiori dettagli in un successivo provvedimento da approvare entro 30 giorni l’entrata in vigore del testo

Pubblicato il 21 Feb 2022

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Il governo di Mario Draghi scende in campo per sostenere il settore dei chip. L’ultimo Consiglio dei ministri, nell’ambito del cosiddetto decreto Bollette, ha previsto previsti fondi pluriennali, fino al 2030, per la produzione nazionale di microchip che serviranno a promuovere la ricerca e lo sviluppo” dei microprocessori, la costruzione di nuovi stabilimenti produttivi e la conversione di impianti già esistenti.

Maggiori dettagli arriveranno con un Dpcm che Palazzo Chigi dovrà adottare entro 30 giorni dall’entrata in vigore del testo.

Il fondo, ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, si rivolge agli “investitori non solo stranieri ma già esistenti sul territorio nazionale, che dovranno essere competitivi e offrire componenti fondamentali non solo per l’automotive ma per tantissimi altri strumenti fondamentali”.

Per finanziare l’intero pacchetto di interventi sul settore industriale dell’auto e sui costi legati all’aumento dei costi energetici, il governo ha stanziato complessivamente circa 8 miliardi di euro.

Le mosse dell’Europa

Lo scorso 8 febbraio la Commissione Ue ha varato il Chips Act: obiettivo è assicurare la sicurezza degli approvvigionamenti e la leadership nelle tecnologie dei semiconduttori. Si tratta di una serie di misure con le quali si intende mobilitare oltre 40 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati. L’obiettivo a medio termine è prevenire, preparare, anticipare e rispondere rapidamente a qualsiasi futura interruzione delle catene di approvvigionamento, insieme agli Stati membri e ai partner internazionali. L’obiettivo di lungo termine è invece raddoppiare l’attuale quota di mercato della Ue al 20% nel 2030.

I chip sono infatti risorse strategiche per catene del valore industriali fondamentali. Nel quadro della trasformazione digitale stanno emergendo nuovi mercati per l’industria dei chip, quali le automobili altamente automatizzate, il cloud, l’Internet delle cose (IoT), la connettività (5G/6G), lo spazio/la difesa, le capacità di calcolo e i supercomputer. I semiconduttori sono inoltre al centro di forti interessi geopolitici, e da essi dipende la capacità dei paesi di agire (sul piano militare, economico e industriale) e di promuovere il digitale.

Il pacchetto di proposte Ue rappresenta dunque un guanto di sfida economica, ma anche politica, agli Stati Uniti e alla Cina.

“La legge europea sui semiconduttori rappresenterà una svolta per la competitività mondiale del mercato unico europeo – ha spiegato la Presidente della Commissione euroepa, Ursula von der Leyen  – A breve termine aumenterà la nostra resilienza alle crisi future, consentendoci di anticipare ed evitare le perturbazioni della catena di approvvigionamento, e a medio termine contribuirà a rendere l’Europa leader industriale in questo settore strategico. Con la legge europea sui semiconduttori prepariamo gli investimenti e la strategia, ma la chiave del nostro successo sono gli innovatori europei, i nostri ricercatori di livello mondiale, le persone che hanno reso prospero il nostro continente nel corso dei decenni.”

Questi i pilastri della proposta:

  • L’iniziativa Chips for Europe che metterà in comune risorse dell’Unione, degli Stati membri e di terzi paesi associati ai programmi dell’Unione esistenti, nonché il settore privato, attraverso la rafforzata Chips Joint Undertaking risultante dal riorientamento strategico delle attuali imprese comuni per le tecnologie digitali chiave. Verranno messi a disposizione 11 miliardi di euro rafforzare la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione esistenti, per garantire la diffusione di strumenti avanzati per semiconduttori, linee pilota per la prototipazione, test e sperimentazione di nuovi dispositivi per applicazioni innovative nella vita reale, per formare il personale e per sviluppare un approfondimento comprensione dell’ecosistema dei semiconduttori e della catena del valore.
  • Un nuovo quadro per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento attraendo investimenti e rafforzandolo capacità produttive di chip ad alta efficienza energetica. Inoltre, un Fondo Chips faciliterà l’accesso ai finanziamenti per le start-up per aiutarle a maturare le loro innovazioni e ad attrarre investitori. Previsto anche uno strumento dedicato di investimento nell’ambito di InvestEu per sostenere le scale-up, le Pmi e per facilitare la loro espansione sul mercato.
  • Un meccanismo di coordinamento tra gli Stati membri e la Commissione per monitorare l’offerta di semiconduttori, stimare la domanda e anticipare le carenze. Monitorerà la catena del valore dei semiconduttori raccogliendo informazioni chiave dalle aziende per mappare i principali punti deboli e colli di bottiglia. Raccoglierà una valutazione comune delle crisi e coordinerà le azioni da intraprendere da inserire, poi, in un nuovo pacchetto di strumenti di emergenza.

La Commissione propone inoltre una raccomandazione di accompagnamento agli Stati membri. Si tratta di uno strumento con effetto immediato per attivare il meccanismo di coordinamento tra gli Stati membri e la Commissione: ciò consentirà sin d’ora di discutere e decidere misure di risposta alle crisi.

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