L'ALLARME

Crisi dei chip, Stellantis: “Automotive in sofferenza per tutto il 2023”

Il ceo Carlos Tavares parla di “situazione molto complicata” e lieve miglioramento solo nel 2024. Ma conferma la collaborazione tra industria dell’auto e quella dei semiconduttori, puntando tutto sulla trasformazione digitale

Pubblicato il 03 Ott 2022

Stellantis

La crisi dei chip terrà alle strette l’industria automobilistica ancora per tutto il 2023: lo ha detto il ceo di Stellantis, Carlos Tavares, intervistato da Le Parisien alla vigilia del Salone dell’Auto di Parigi. L’auto connessa e la mobilità elettrica saranno al centro della kermesse francese, ma la scarsità di componenti rispetto alla domanda dei costruttori di veicoli peserà sulla capacità di servire il mercato fino alla fine del prossimo anno.

“La situazione rimarrà molto complicata”, ha detto Tavares, anticipando un lieve miglioramento solo dal 2024. Tuttavia, “I produttori di semiconduttori hanno interesse a tornare a vendere ai costruttori di automobili, specialmente perché stanno alzando i prezzi”, ha aggiunto il numero uno di Stellantis.

La crisi dei chip fa scendere le vendite di auto

Nel primo trimestre del 2022 Stellantis ha registrato ricavi pari a 41,5 miliardi di euro, in aumento del 12% su base annua. Ma le vendite sono calate del 12%, a circa 1,4 milioni di veicoli, a causa proprio della crisi dei chip, che limita fortemente l’approvvigionamento di componenti ormai essenziali per le auto.

L’impatto più significativo è quello all’interno del mercato europeo, dove le consegne sono diminuite del 24% a 622 mila unità, mentre negli Stati Uniti le consegne sono aumentate del 6% a 480 mila unità.

I risultati di Stellantis riflettono un trend in atto nell’intero comparto: Acea, l’associazione dei produttori del Vecchio continente registra un forte calo del mercato nel primo trimestre 2022 (-12,3% su base annua), legato in particolare alla carenza di semiconduttori e che ha colpito soprattutto le vendite di auto diesel, scese del 33,2% a 378 mila unità.

La situazione continua a favorire gli ibridi leggeri (benzina e diesel), che ora rappresentano un quarto del mercato europeo, rispetto al 20% all’inizio del 2021 (563.000 veicoli, +5,3% in un anno). Anche le auto 100% elettriche continuano a crescere e rappresentano il 10% del mercato, con 224 mila unità vendute nel primo trimestre (+53,4% in un anno).

La digital transformation di Stellantis

Una delle soluzioni alle sfide globali resta la trasformazione digitale. Il mese scorso Stellantis ha nominato Chris Taylor nel ruolo di Chief digital information officer: è ora responsabile delle strategie e delle tecnologie digitali dell’azienda e contribuirà alla trasformazione di Stellantis in un’azienda tecnologica di mobilità sostenibile.

Stellantis ha definito la sua strategia software per l’uso di piattaforme tecnologiche di nuova generazione, partendo dalle funzionalità già esistenti dei veicoli connessi, generando approssimativamente 20 miliardi di euro di ricavi incrementali entro il 2030.

Più nello specifico il gruppo farà crescere la sua attività di software e servizi connessi tramite cinque pilastri chiave: Servizi e abbonamenti, Funzionalità on-demand, Servizio dati e servizi dedicati alle flotte, Politica dei prezzi e valore di rivendita, Conquista del cliente, fidelizzazione nell’assistenza e vendita incrociata.

Oggi Stellantis vanta 12 milioni di auto connesse “monetizzabili” a livello globale. Entro il 2026, si prevede una crescita fino a 26 milioni di veicoli e circa 4 miliardi di euro di ricavi. Entro il 2030, si raggiungeranno 34 milioni di veicoli e circa 20 miliardi di euro di ricavi annuali.  

Ma, appunto, serviranno i chip o la piena trasformazione digitale dovrà aspettare.

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