“In anni recenti, la crescente presenza e complessità delle
minacce informatiche ha fatto sì che il cyberspazio fosse considerato, nel settore della
Difesa, un nuovo dominio operativo, al pari dei domini terrestre, marittimo, aereo e spaziale. Viviamo in un’era fortemente influenzata dalla tecnologia digitale, che permea ogni aspetto della nostra vita quotidiana. Questo ci porta a riflettere sulla crescente importanza del dominio cibernetico non solo come strumento di progresso, ma anche come
ambiente cruciale per la sicurezza e la difesa del nostro Paese“.È il messaggio del
ministro della Difesa, Guido Crosetto, inviato all’
Innovation Cybersecurity Summit, a Roma al Circolo ufficiale delle Forze Armate.
Necessario comprendere e prevenire rischi e minacce
“La Difesa deve garantire anche in questo dominio, in considerazione della rapidità dei cambiamenti e dell’evoluzione tecnologica, l’utilità e la rilevanza per fornire adeguato livello di sicurezza nazionale e di competitività a livello globale – afferma
Crosetto -. Il nuovo paradigma di sicurezza, infatti, intimamente connesso allo sviluppo tecnologico, pone al centro la
necessità di comprendere, prevenire e contrastare rischi e minacce nell’ambito cyber. Questa realtà introduce un dualismo fondamentale: il binomio opportunità-rischio. L’innovazione tecnologica, sebbene sia un potente fattore abilitante, porta con sé
il rischio di adottare nuove tecnologie senza la dovuta preparazione, esponendo le organizzazioni e la società a potenziali rischi“.
Approccio responsabile ed etico all’AI
“In questo contesto – ha aggiunto
Crosetto – emerge la necessità vitale di stabilire delle
regolamentazioni nello sviluppo, nell’implementazione e nell’uso delle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, una delle frontiere più promettenti nel presente e nel prossimo futuro. In Particolare, nell’ambito militare, diventa essenziale affermare un
approccio responsabile ed etico, assicurando che l’uomo mantenga un ruolo centrale nelle decisioni legate all’uso della tecnologia. L’innovazione del resto non ci aiuta nel fare scelte. Non ci sarà mai un computer da interrogare per sapere cosa è giusto, e cosa non lo è. Toccherà sempre all’uomo scegliere cosa bisogna fare, cosa non bisogna fare”.