Gli ultimi 12 mesi hanno rafforzato la forte crescita dell’industria del crowdinvesting in Italia, che si conferma un’ottima opportunità sia per le imprese che vogliono finanziarsi sia per gli investitori a caccia di rendimenti: 503,7 milioni di euro i finanziamenti erogati, con una crescita del 172% rispetto ai 12 mesi precedenti, che già registravano un raddoppio per il secondo anno consecutivo. La raccolta complessiva dal 2014 è salita a 953,4 milioni di euro, sfiorando il miliardo, con il 76,3% delle campagne andate a buon fine.
Lo afferma il sesto Report italiano sul crowdinvesting realizzato dall’Osservatorio omonimo della School of management del Politecnico di Milano, presentato questa mattina, che ha analizzato gli ultimi 12 mesi fino alla data del 30 giugno.
L’Osservatorio sul crowdinvesting studia quel sottoinsieme del crowdfunding che permette a persone fisiche, ma anche investitori istituzionali e professionali, di aderire direttamente attraverso una piattaforma internet abilitante a un appello per raccogliere risorse destinate a un progetto imprenditoriale, concedendo un prestito (lending-based model) oppure sottoscrivendo quote del capitale di rischio della società (equity-based model). Rispetto al report precedente, quest’anno sono escluse dal conteggio le piattaforme ‘non crowd’.
Flusso da 127,6 milioni di euro dai portali autorizzati Consob
I dati rivelano che i 51 portali autorizzati da Consob hanno generato un flusso di 127,6 milioni di euro da collocamenti di equity e 22,3 milioni da quelli di minibond, che sono partiti in pompa magna (si consideri che in totale la raccolta è 25 milioni). I 28 portali di social lending che veicolano prestiti dai privati a persone fisiche o giuridiche (6 consumer e 22 business) hanno contribuito con 43,2 milioni di euro prestati a individui e 310,6 milioni a imprese. L’industria del real estate crowdfunding è stata particolarmente vivace e se un anno fa si contavano 11 piattaforme dedicate attive (nel 2018 erano appena 2) oggi sono salite a 18. I progetti finanziati nell’ultimo anno hanno raccolto 85,2 milioni di euro (+75%): 34,3 milioni dalle piattaforme equity e 50,9 milioni dai portali lending.
“Il mercato italiano del crowdinvesting continua a crescere in tutte le sue forme e declinazioni – commenta Giancarlo Giudici, direttore scientifico dell’Osservatorio – e siamo alla vigilia di un’importante tappa, l’introduzione del nuovo Regolamento europeo Ecsp per i fornitori di servizi di crowdfunding che da novembre 2021 introdurrà nuovi adempimenti per il settore, rendendo più uniforme le norme fra portali equity e lending e favorendo l’operatività cross-border. Sarà l’occasione per le piattaforme italiane di fare un salto di qualità ulteriore verso standard di trasparenza, professionalità e tutela dei risparmiatori”.
L’equity crowdfunding
Al 30 giugno 2021 risultavano autorizzati da Consob 51 portali per la raccolta di capitali online, 9 in più dell’anno scorso, anche se un buon numero non si è ancora attivato. Negli ultimi 12 mesi sono stati concluse 34 campagne di collocamento di minibond sui 3 portali al momento autorizzati, con una raccolta di 22,3 milioni di euro: un vero exploit (+696% sull’anno precedente) se si considera che il valore complessivo del comparto è di 25,1 milioni di euro, con 37 collocamenti totali.
Le campagne di raccolta di capitale di rischio sono state finora 831, organizzate da 742 imprese, alcune con più round. Il tasso di successo continua a mantenersi elevato: nei primi 6 mesi del 2021 è stato superiore al 90%, ben più della media generale dell’intero campione dal 2014, pari al 76,3%. Il valore medio del target di raccolta per i progetti non immobiliari è 90.385 euro, per quelli immobiliari è 912.915. Mediamente per i progetti non immobiliari viene offerto in cambio il 9,23% del capitale (valore mediano 5,41%); si rafforza la prassi di offrire titoli senza diritto di voto sotto una certa soglia di investimento (e votanti sopra la soglia).
Fra le emittenti, le pmi guadagnano lentamente spazio, ma il mercato è ancora dominato dalle startup innovative (57% dei casi nell’ultimo anno, cui si aggiunge il 14% delle pmi innovative). La grande maggioranza, come da anni a questa parte, opera in Lombardia, poi Lazio ed Emilia Romagna, ed è attiva nel settore dei servizi di informazione e comunicazione. La valutazione pre-money mediana si aggira intorno a 2 milioni di euro.
La piattaforma che fino ad ora ha finalizzato e raccolto più capitale è ancora Mamacrowd (51,3 milioni di euro effettivi al 30 giugno 2021), seguita da Crowdfundme (48,4 milioni e il maggior numero di campagne pubblicate in assoluto, 156) e Walliance (43,5 milioni). Se però si considera solo l’ultimo anno, in cima al podio c’è Opstart, con 29,8 milioni di euro. In media ogni campagna riceve il sostegno di 99,5 investitori. L’importo medio investito dai sottoscrittori è di 3.641 euro per le persone fisiche e 30.202 per le persone giuridiche e mostra un andamento tendenziale in crescita rispetto al passato. Gli investitori continuano ad essere soprattutto maschi, con età media intorno ai 45 anni.
Dopo la campagna di raccolta, alcune aziende riescono a crescere in termini di fatturato e marginalità, ma altre rimangono al palo. Poche diventano profittevoli nell’immediato, si contano sulle dita di una mano quelle che riescono a superare i target previsti nel business plan iniziale. Un’altra novità registrata è l’avvio delle prime ‘bacheche elettroniche’ per la compravendita di quote sottoscritte sul mercato secondario. Finora le tre piattaforme autorizzate hanno pubblicato 981 annunci, pochissimi dei quali però sono stati probabilmente finalizzati. Negli ultimi 12 mesi si sono registrate nuove exit, attraverso rimborsi di capitale o acquisizioni, ma anche nuovi write-off, oltre a diversi round successivi di raccolta.
Il lending crowdfunding
Per quanto riguarda il lending, al 30 giugno 2021 risultavano attive in Italia sempre 6 piattaforme destinate a finanziare persone fisiche (consumer) e ben 22 – il doppio dell’anno scorso – dedicate alle imprese (business), di cui 14 specializzate nel real estate (erano 6). Alcune piattaforme prevedono fondi di protezione per ripagare eventuali prestiti in sofferenza, altre fanno leva sulla garanzia pubblica del fondo statale per le pmi. Nel prestito ai privati – a parte Younited credit, che però non raccoglie dai piccoli risparmiatori di internet, con 491,9 milioni di euro erogati di cui 164,7 solo negli ultimi 12 mesi – quella che ha concesso maggiori finanziamenti nell’ultimo anno è Soisy, con 22,7 milioni. Nel prestito alle imprese, dopo Credimi futuro (altra piattaforma che non fa raccolta retail), quest’anno emerge borsadelcredito.it, con 166,8 milioni.