DECRETO AIUTI TER

Csit lancia l’allarme in house: “Concorrenza a rischio”

Nel mirino dell’associazione l’articolo 31 che autorizza il Mise ad affidare direttamente alle società pubbliche la realizzazione di piattaforme per l’acquisizione, l’elaborazione e la gestione dati. “Così si toglie mercato alle Pmi”

Pubblicato il 30 Set 2022

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Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici (Csit) lancia l’allarme concorrenza sul dl Aiuti Ter. Nel mirino dell’associazione l’articolo 31 del provvedimento che autorizza il Ministero dello Sviluppo economico ad affidare direttamente ad enti e società pubbliche  la realizzazione di piattaforme informatiche per l’acquisizione, l’elaborazione e la gestione dati. Una norma che, a detta di Csit,  toglierebbe mercato alle imprese private made in Italy, in particolare alle Pmi.

“Siamo intervenuti più volte sul tema che è la bandiera della Federazione: il pubblico deve essere leva di crescita e qualificazione delle imprese private e non deve ad esse sostituirsi – dice Lorenzo D’Onghia, Vice Presidente Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici – A gennaio abbiamo evidenziato che con gli art. 9 e 10 del DL 77/2021 sulla Governance del Pnrr veniva  ampliata l’area applicativa del ricorso all’in house providing, autorizzando di fatto le amministrazioni pubbliche ad avvalersi del supporto tecnico – operativo di società in house in deroga all’art. 192 del Codice dei contratti pubblici, con affidamenti in house anche per servizi disponibili sul mercato”.

“Abbiamo segnalato ad Agcm e Anac – prosegue D’Onghia –  i casi di in house che si stanno moltiplicandolo a livello territoriale togliendo spazio alle imprese private che operano nell’ambito dei servizi di valutazione della conformità/Testing-Inspection and Certification, dei servizi tecnici, di informatica, di consulenza. Un percorso che continua e che si rafforza.”

“Non è più accettabile che le risorse destinate alla ripresa e alla resilienza del sistema Paese e che dovrebbero essere la leva per rafforzare e qualificare l’offerta di servizi privati finiscano per operare a danno delle imprese – sottolinea – Da una parte l’in house, dall’altra un sistema di affidamenti che privilegia nettamente le grandissime imprese. Lo abbiamo detto e lo riaffermiamo convintamente: le risorse del Pnrr devono essere volano di crescita del tessuto imprenditoriale italiano, fatto di tantissime Pmi e devono promuovere la crescita competitiva del nostro sistema imprenditoriale. Le scelte di apparente semplificazione a beneficio di un buon esito del Pnrr non possono e non devono travalicare le regole generali della concorrenza e del buon funzionamento del mercato.”

Secondo Csit il Pnrr deve essere capace di fungere da leva di sviluppo competitivo del mercato privato, valorizzando le capacità di innovazione e le competenze delle imprese di servizi e favorendo la sana collaborazione e le partnership pubblico-private.

“Lanciamo un appello al nuovo Governo – conclude D’Onghia –   affinché possa aprire un confronto su un tema che è fondamentale per la crescita delle Pmi Made in Italy dell’informatica, della consulenza, dei servizi innovativi, tecnologici e professionali”.

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