Corea del Sud vittima di un mega-attacco informatico. La polizia sudcoreana ha avviato un’indagine in merito al gigantesco cyber-attacco di cui sono state vittime alcune reti televisive e istituti finanziari della penisola. “Gli esperti della nostra squadra informatica stanno indagando in merito” ha dichiarato un portavoce della polizia nazionale. L’Agenzia sudcoreana per la sicurezza internet (Kisa) ha riferito di un attacco contro tre reti televisive (Kbs, Mbc E Ytn) e due banche Shinhan e Nonghyu, le cui reti informatiche sono state “parzialmente o interamente paralizzate”. In tutti i casi i problemi si sono verificati attorno alle 14, ora locale, le 6 del mattino in Italia.
Secondo gli inquirenti i danni alla rete informatica sono da attribuire “a un virus o a un programma infettato”, che lascia pensare a un’operazione di pirataggio concertata. Nel 2009 e nel 2011 il regime nordcoreano è stato accusato di aver orchestrato due attacchi informatici su vasta scala contro la Corea del Sud.
“Non escludiamo la possibilità che la Corea del Nord sia implicata, ma è troppo presto per dirlo” ha affermato un portavoce del ministero della DIfesa, Kim Min-Seok. Il consigliere nazionale per la sicurezza della presidenza, Park Geun-Hye, è stato informato. Secondo i servizi segreti sudcoreani sono circa 3mila gli informatici nordcoreani mobilitati per la guerra cibernetica. Lo scorso anno la Corea del Sud avrebbe subito, secondo fonti governative, 40mila cyber-attacchi dall’esterno o dall’interno contro i 24.000 nel 2008.
“Se quello che dicono le agenzie della Corea del Nord risponde al vero – ha commentato Jarno Limnell, direttore della cyber security di Stonesoft – questo attacco rappresenta una vera e propria escalation rispetto ai cyber attack sferrati sulla penisola coreana negli ultimi mesi. Solo la settimana scorsa, la Corea del Nord ha accusato gli Stati Uniti di utilizzare skill cyber per disattivare i servizi Internet. Questa scelta di bersagli ci dice che i più appetibili sono i mercati finanziari globali e le infrastrutture critiche che, sotto attacco, possono mettere in ginocchio un paese. Ora come ora gli effetti collaterali e i rischi sono alti e combattere con le stesse armi appare pericoloso. L’influenza degli skill cyber diventa sempre più presente in politica come metodo per indirizzare le scelte. In ogni caso, in certe circostanze, la coscienza delle forze in campo può aiutare a prevenire conflitti. Nell’ambiente militare si pensa che mostrare potenza militare è il miglior deterrente. Mettere alla prova la capacità cyber di altre nazioni e l’utilizzo di tecniche di attacco rappresentano allo stesso modo una parte certa e crescente di influenza strategica e combattimento”.