E’ stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge per il contrasto al cyberbullismo approvata in via definitiva lo scorso 17 maggio alla Camera dei deputati. Le norma oltre a definire il fenomeno del cyberbullismo, prevedono una serie di azioni a disposizione delle vittime per ottenere l’oscuramento dei contenuti ritenuti offensivi. Ecco, in pillole, cosa prevede la legge.
Identikit del cyberbullo. Entra per la prima volta nell’ordinamento una puntuale definizione legislativa di cyberbullismo. Bullismo telematico è ogni forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, manipolazione, acquisizione o trattamento illecito di dati personali realizzata per via telematica in danno di minori. Nonché la diffusione di contenuti online (anche relativi a un familiare) al preciso scopo di isolare il minore mediante un serio abuso, un attacco dannoso o la messa in ridicolo
Oscuramento del web. Il minore sopra i 14 anni vittima di cyberbullismo (o anche il genitore) può chiedere al gestore del sito internet o del social media o al titolare del trattamento di oscurare, rimuovere o bloccare i contenuti diffusi in rete che sono obbligati ad intervenire entro 48 ore. Se non si provvede entro 48 ore, l’interessato può rivolgersi al Garante della privacy che interviene direttamente entro le successive 48 ore. Dalla definizione di gestore, che è il fornitore di contenuti su internet, sono comunque esclusi gli access provider, i cache provider e i motori di ricerca.
Docente anti-bulli in ogni scuola. In ogni istituto tra i professori sarà individuato un referente per le iniziative contro il cyberbullismo. Al preside spetterà informare subito le famiglie dei minori coinvolti in atti di bullismo informatico e attivare adeguate azioni educative. L’obbligo di informazione è circoscritto ai casi che non costituiscono reato. Più in generale, il Miur ha il compito di predisporre linee di orientamento di prevenzione e contrasto puntando, tra l’altro, sulla formazione del personale scolastico, la promozione di un ruolo attivo degli studenti e la previsione di misure di sostegno e rieducazione dei minori coinvolti, mentre ai singoli istituti è demandata l’educazione alla legalità e all’uso consapevole di internet. Alle iniziative in ambito scolastico collaboreranno anche polizia postale e associazioni territoriali. La ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli ha annunciato che il Miur è già al lavoro “affinché la legge trovi immediatamente piena attuazione. “Abbiamo imboccato la strada giusta”, che è l’ottica “di prevenzione, a partire dalla scuola che è luogo principale di formazione, di inclusione e accoglienza». Nei giorni scorsi il ministero ha riunito la Conferenza dei coordinatori regionali degli Uffici scolastici sul bullismo per attivare immediatamente la ricognizione delle docenti e dei docenti in ciascuna istituzione scolastica, così come richiesto dalla legge appena approvata.
Ammonimento da parte del questore. In caso di ingiuria, diffamazione, minaccia o trattamento illecito di dati personali via web, fino a quando non vi sia una querela o denuncia il cyberbullo, sulla falsariga di quanto già è previsto per lo stalking, potrà essere formalmente ammonito dal questore che lo inviterà a non ripetere gli atti vessatori. Insieme al minore sarà convocato anche un genitore. Gli effetti dell’ammonimento cessano al compimento della maggiore età.
Piano d’azione e monitoraggio. Presso la Presidenza del consiglio verrà istituito un tavolo tecnico con il compito di redigere un piano di azione integrato per contrastare e prevenire il cyberbullismo e realizzare una banca dati per il monitoraggio del fenomeno.
“Per la prima volta si è giunti a una definizione legislativa del bullismo telematico, per la prima volta si sono introdotti per le vittime dei diritti che non c’erano, quali la rimozione forzata dei contenuti o il blocco di qualsiasi altro dato personale, tassativamente entro 48 ore dalla segnalazione – commenta la deputata Pd, Anna Ascani – Soprattutto il bullismo telematico si combatte tra i banchi di scuola, con l’educazione. A tale scopo, le norme approvate prevedono che ogni scuola abbia un referente per le iniziative contro il cyberbullismo che formino i ragazzi e il corpo docente stesso. La società cambia dalla scuola, la sicurezza si costruisce con la cultura e l’educazione. Con queste nuove norme, le scuole hanno degli strumenti più per assolvere questo compito fondamentale, di civiltà: educare una società responsabile in rete”.
Per Micaela Campana, deputata del Pd e relatrice alla Camera per la commissione Giustizia del provvedmento, “grazie alla legge oggi entra di fatto l’insegnamento ad un uso consapevole del web direttamente nei programmi scolastici, in un’epoca dove gran parte della socialità dei nostri giovani si svolge su piattaforme online. Arriviamo al prossimo anno scolastico con un impegno in più, certi che sia utile che la scuola impari ad essere guida anche quando il linguaggio dei giovani cambia”.