DIFESA

Cybercrime, Cina al contrattacco: “Contro di noi offensiva Usa”

Il ministero della Difesa: “Proviene dagli Stati Uniti un terzo dei 144mila attacchi hacker ai nostri siti”

Pubblicato il 28 Feb 2013

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La Cina accusa gli Usa di attacchi informatici. Dopo che un recente rapporto di Mandiant, società consulente del governo americano per la sicurezza informatica, ha denunciato la presenza dell’esercito cinese dietro centinaia di migliaia di hacker attivi negli Usa, stavolta è il Paese asiatico a puntare il dito contro gli statunitensi.

Il ministero della Difesa cinese ha dichiarato oggi, con un comunicato postato sul sito, che due dei principali siti web dell’esercito locale sono stati vittime l’anno scorso di circa 144.000 cyberattacchi al mese, quasi due terzi dei quali (62,9%) provenienti dagli Stati Uniti.

Un portavoce del ministero, Geng Yansheng, ha sottolineato che “il numero di attacchi informatici è cresciuto in modo significativo negli ultimi anni”.

Commentando poi l’intenzione espressa di recente dagli Stati Uniti di arruolare 4.000 nuovi addetti alla salvaguardia di infrastrutture e sistemi informatici per evitare un 11 settembre informatico, Geng ha detto che la Cina non è in grado di incrementare la cooperazione internazionale nella lotta agli hacker. “Speriamo che gli Usa ci spieghino meglio” ha commentato.

Lo scorso 19 febbraio Mandiant ha identificato la fonte di numerosi cyberattacchi contro gli Usa all’interno di un anonimo stabile di Shanghai. Analizzando il materiale di tre anni di inchieste sugli attacchi subiti da quotidiani, agenzie governative e società Usa, ha dedotto che il gruppo conterebbe sull’operato di migliaia di impiegati. Lo stesso presidente Barack Obama, nel suo discorso sullo stato dell’Unione del 12 febbraio scorso, aveva rivelato che una delle sue più grandi preoccupazioni era rappresentata proprio dalla capacità di organizzazioni straniere di infiltrarsi all’interno delle infrastrutture americane. La Cina aveva tuttavia smentito le rivelazioni. “Non è professionale né responsabile fare accuse senza fondamento, senza prove tangibili e questo non contribuisce a risolvere i problemi che contano” aveva dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri.

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