Esiste la possibilità di “un imponente cyber-attacco contro le infrastrutture critiche degli Usa nei prossimi due anni”: lo ha detto il direttore dell’Intelligence statunitense, James Clapper, durante un’udienza al Senato.
Sia pur specificando che l’eventualità è “remota”, Clapper ha aggiunto che un attacco informatico di questo tipo “porterebbe alla distruzione su vasta scala e a lungo termine dei servizi pubblici”.
L’allarme su un possibile “11 settembre informatico” è stato lanciato più volte in passato ma è la prima volta che uno dei massimi esperti in materia fornisce anche un dato temporale (“entro i prossimi due anni”).
Lo scorso ottobre il segretario alla Difesa del governo statunitense, Leon Panetta, aveva messo in guardia contro Cina e Russia quali protagonisti di attacchi nel cyberspazio che, a suo dire, potrebbero avere effetti pericolosi quanto gli assalti terroristici dell’11 settembre 2001. La stessa metafora è stata usata a dicembre da un big dell’intelligence statunitense, John Michael “Mike” McConnell, che aveva definito “un avvertimento” la raffica di cyber-attacchi avvenuti in quelle settimane contro decine di banche americane.
Proprio oggi il presidente Barack Obama ha incontrato alla Casa Bianca una decina di Ceo di grandi aziende americane per discutere come migliorare la cybersecurity nelle imprese private. L’incontro si è svolto a porte chiuse, ma lo stesso Obama ha fatto sapere che si sarebbe parlato dell’impegno a sconfiggere le minacce informatiche e di come pubblico e privato possono collaborare per raggiungere lo scopo. Tra gli invitati Nicholas K. Akins, Ceo di American Electric Power Company, Eric Spiegel di Siemens, Randal Stephenson di AT&T e Rex Tillerson di Exon Mobil.
Nelle ultime settimane gli Usa sono tornati a lanciare accuse di spionaggio informatico nei confronti di Pechino e chiesto una risposta ufficiale e convincente da parte delle autorità cinesi.