“Lo spazio cibernetico è il nuovo fondamentale campo di battaglia e di competizione geopolitica dell’umanità”. E’ quindi necessario che la società civile e la classe politica abbiano consapevolezza dell’evoluzione delle prospettive di rischio legate al cyberspazio. Da qui la decisione della commissione Difesa della Camera di deliberare l‘avvio di un’indagine conoscitiva sulla sicurezza e la difesa dello spazio cibernetico, che si concluderà alla fine dell’anno.
Le prossime guerre non vedranno solo lo schieramento di mezzi terrestri, navali, aerei ma l’entrata in campo di mezzi meno visibili ma non per questo meno offensivi, in grado di attaccare lo spazio cibernetico, quella ramificata rete di infrastrutture e collegamenti informatici che mette in relazione gli esseri umani e che permette anche di controllare a distanza macchine a apparati sparsi sul pianeta. Attacchi “suscettibili di infliggere al nemico danni gravissimi, con effetti sulla società che gli esperti considerano paragonabili a quelli di un conflitto combattuto con armi convenzionali”, e che possono essere sferrati anche da poche persone, che però di tecnologia se ne intendono e sono quindi in grado di operare anche da grande distanza e in totale anonimato.
Diversi governi, si legge ancora nel programma dell’indagine, “si sono dotati delle capacità necessarie per penetrare le reti nazionali degli altri Stati” ed è concreto il rischio che “alcuni Paesi mobilitino la propria industria nazionale al fine di alterare componenti hardware da essa prodotte e vendute all’estero, acquisendo così la capacità di superare in maniera pressoché irrilevabile ogni difesa posta in essere dall’utilizzatore dell’assetto finito”.
L’Italia affida a diversi soggetti la responsabilità di proteggere lo spazio cibernetico nazionale, concentrando però le funzioni di indirizzo politico e di coordinamento strategico nel Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, e con le Forze armate che si sono attivate per sviluppare il sistema di difesa contro eventuali attacchi di natura cibernetica che dovessero eccedere le capacità predisposte in ambito civile.
L’indagine conoscitiva, pur concentrandosi sugli specifici profili di interesse della commissione, terrà conto del ruolo svolto dagli altri soggetti che operano nel complessivo sistema di protezione dello spazio cibernetico nazionale. Il programma approvato prevede lo svolgimento di numerose audizioni, a cominciare da quelle dei ministri della Difesa e dell’Interno, del consigliere militare del Presidente del Consiglio (e/o di rappresentanti del Nucleo per la sicurezza cibernetica istituito presso il suo ufficio), dei vertici delle Forze armate. E ancora dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, di dirigenti di altri organismi dello Stato che operano in questo ambito, dell’Osservatorio permanente per la sicurezza e la tutela delle reti e delle comunicazioni del Mise, dell’Agenzia per l’Italia digitale, rappresentanti di istituti ed enti di ricerca, esponenti di imprese che operano nel settore, dell’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, di parlamentari europei e di rappresentanti delle Agenzie Ue competenti.