LA PROPOSTA

Cybersecurity, il manifesto dell’Italia al G7: “Serve un codice di condotta”

Gianfranco Incarnato, vice direttore generale per gli affari politici della Farnesina: “Presenteremo a maggio una proposta di principi comuni sul comportamento degli Stati nel cyber spazio. Ma senza passare da un trattato internazionale”

Pubblicato il 24 Nov 2016

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Un codice di condotta internazionale sul comportamento degli Stati nel Cyberspace. A proporlo sarà l’Italia nella prossima riunione del G7 che ospiterà a maggio 2017 a Taormina, come anticipa Gianfranco Incarnato, vice direttore generale per gli affari politici e direttore centrale per la sicurezza, il disarmo e la non proliferazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Incarnato aveva anticipato la proposta lunedì a Roma durante il “Cyber Security 360 summit”, organizzato da CorCom e Fpa.

“Con il summit Nato di Varsavia – spiega Incarnato a Cyber Affairs – durante il quale il cyber spazio è stato riconosciuto come un dominio operativo al pari di terra, mare, aria e spazio extra atmosferico, è venuta meno ogni residua ambiguità sulla militarizzazione della dimensione cibernetica. Servono dunque quanto prima regole comuni di base per inquadrare i rapporti fra gli Stati, per disciplinare le implicazioni militari e tecnologiche conseguenti a questo cambiamento, che equipara ufficialmente il cyber spazio a un potenziale campo di battaglia e apre alla creazione e all’uso di veri e propri arsenali di armi informatiche, di fatto già sviluppati da alcuni Paesi, per scopi non più difensivi, ma offensivi, di deterrenza”.

La via scelta dall’Italia non è quella di un trattato internazionale, che avrebbe “tempi di ratifica molto lunghi, almeno 10-12 anni, e non è adatto ai tempi di risposta rapidi richiesti da questo dominio e dall’evoluzione delle tecnologie e delle minacce in ambito informatico”, ma di un codice di condotta condiviso dalle nazioni e da esperti in momenti diversi. L’impianto normativo “ha l’obiettivo principale di evitare pericolose escalation nel cyber spazio – prosegue – creando regole condivise fra gli Stati su cosa è concesso, cosa non lo è, sulla gravità di alcuni tipi di azione e sugli effetti e le risposte da scongiurare”.

Entro la fine di dicembre avremo una bozza – aggiunge Incarnato disegnando la roadmap del provvedimento – da dare a gennaio ai partner G7 per una revisione che lo implementi e modifichi in alcuni aspetti. Auspicabilmente, ad aprile contiamo di negoziare e finalizzare il testo, che dovrebbe passare da una approvazione preliminare dei ministri degli Esteri dei Paesi G7, e poi dal disco verde del summit del 26 e 27 maggio a Taormina. Ci adopereremo inoltre per consultare anche Stati che non fanno parte del gruppo delle sette potenze, in modo da raccogliere reazioni e commenti di più ampia portata e il massimo consenso possibile, in vista di un decisivo passaggio in sede di Nazioni Unite, per dare a queste norme un carattere mondiale”.

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