IL PAPER

Cybersecurity, in Italia professionisti “sottopagati”

Secondo un report del Centro Studi Tim, la retribuzione lorda annua di uno specialista è pari a circa 66mila euro a fronte dei 100mila in Svizzera, Lussemburgo, Uk e Usa. Pesa l’alta imposizione fiscale

Pubblicato il 22 Mar 2023

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Negli ultimi anni la minaccia di incidenti informatici si è estesa a tutte le tipologie di aziende, non solo grandi operatori, ma anche imprese di piccola e media dimensione che hanno sistemi di difesa più penetrabili e possono anche rappresentare un veicolo per insinuarsi tra le maglie di difesa di organizzazione di dimensioni più grandi.

Per rinforzare le strutture di cyberdifesa in Italia, uno degli aspetti chiave è quello della formazione delle competenze, dell’attrazione dei talenti, della capacità di trattenere risorse esperte e qualificate. Risorse che però sono scarse. Stando alle stime di Acn, l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, ci sarebbe una carenza di 100mila esperti in cybersecurity per coprire le esigenze di imprese e PA. A questo si aggiunge il fatto che i livelli retributivi degli specialisti nel settore sono nettamente più bassi nel nostro Paese, soprattutto se confrontati con le realtà degli Usa e del Regno Unito. In un paper il Centro Studi Tim evidenzia le maggiori criticità.

Il gap retributivo dell’Italia

Il cybersecurity specialist è un professionista che identifica e risolve problemi di elevata complessità per prevenire attacchi informatici ai sistemi informativi e per proteggere i sistemi informatici da interruzione del servizio, furto di proprietà intellettuale, virus di rete, data mining, furto finanziario e furto di dati sensibili dei clienti.

In Italia nel 2021, la retribuzione lorda annua di un cybersecurity specialist, con un profilo di esperienza medio, era pari a circa 66 mila euro in Italia. Svizzera, Lussemburgo, Usa e Uk hanno invece retribuzioni lorde che superano i 100 mila euro.

Per effettuare un confronto reale tra i livelli retributivi bisogna tenere però conto degli effetti legati al diverso livello di tassazione ed al costo della vita. L’Italia ha uno dei cunei fiscali più alti a livello Ocse, in particolar modo per i redditi elevati, in cui ricade la retribuzione media di un cybersecurity specialist in quasi tutti i Paesi esaminati, ad eccezione di alcuni casi (ad esempio, in Svizzera, la retribuzione sarebbe soggetta all’imposizione fiscale dei redditi medi).

Inoltre negli Usa e Uk la tassazione incide meno sulla retribuzione del lavoratore rispetto al nostro Paese, ma il costo della vita è più elevato. Il confronto effettuato a parità di potere di acquisto dell’Italia mostra un differenziale reale di circa 20mila euro.

La variante smart working

Nel caso in cui un cybersecurity specialist potesse lavorare in tutto o in parte in modalità smart,  continuerebbe a godere del costo della vita italiano. E un cybersecurity specialist assunto da una azienda di Londra in modalità smart working guadagnerebbe quasi il doppio della retribuzione netta italiana media.

L’impatto sulle aziende

Dal punto di vista si un’impresa di italiana, per pareggiare l’offerta di lavoro ad uno specialista in cybersecurity proveniente da una concorrente inglese, significa incrementare il costo aziendale del 50%.

Questa situazione può anche essere letta in un altro modo. Se un’azienda italiana avesse bisogno di 150 cybersecurity specialist, dato un budget di spesa fissato, potrebbe riuscirne a pagare solo 100 al prezzo del Regno Unito.

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