L'OPERAZIONE

Cybersecurity, Pechino al contrattacco: nel mirino gli americani di Diodes

L’Antitrust valuta le implicazioni in merito all’acquisizione della taiwanese Lite-On da parte dell’azienda statunitense: il deal include la filiale cinese dei chip, industria strategica per il primato tecnologico

Pubblicato il 19 Nov 2019

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La Cina è pronta a bloccare il takeover dell’azienda taiwanese Lite-On semiconductor da parte dell’americana Diodes per motivi di sicurezza nazionale. Diodes Incorporated, azienda statunitense dei semiconduttori, aveva annunciato ad agosto l’intenzione di comprare Lite-On, produttore di dispositivi elettronici di Taiwan che ha anche un’affiliata a Shanghai, On-Bright Electronics, attiva nel settore dei chip. A ottobre l’acquisizione, che vale 428 milioni di dollari, ha ottenuto il via libera degli azionisti di Lite-On e l’ok dei regolatori di Usa e Taiwan, ma la Cina ha fin dall’inizio frenato, indicando che l’operazione comportava problemi di concentrazione di mercato. Ora, secondo quanto riporta Bloomberg, i regolatori antitrust di Pechino stanno inasprendo la revisione del deal e potrebbero chiedere, in cambio del disco verde, che On-Bright Electronics sia esclusa dall’operazione.

Faro sull’M&A americano in Cina

Lo stop dell’antitrust cinese (State administration for market regulation) va letto anche all’interno delle tensioni Usa-Cina, un braccio di ferro commerciale che cela la battaglia per la supremazia tecnologica. Di qui il rafforzamento della vigilanza sulla proprietà intellettuale e il passaggio di preziose conoscenze e da un paese all’altro tramite le operazioni di M&A americane in Cina.  I regolatori potrebbero anche aver assunto un approccio più severo dopo che gli omologhi americani hanno bocciato una serie di operazione di M&A di aziende cinesi adducendo motivi di sicurezza nazionale, come il tentativo di Tsinghua Unigroup di comprare Western Digital nel 2016.

La posizione di Pechino riflette anche la crescente rilevanza strategica del settore dei chip: le aziende cinesi dipendono pesantemente dai semiconduttori progettati negli Usa e il governo cinese sta cercando di rafforzare e allargare l’industria interna e di proteggere il know-how già presente. Secondo le fonti di Bloomberg, Pechino sta reagendo ai reclami arrivati da diverse associazioni industriali cinesi che hanno puntato i riflettori proprio sull’affiliata cinese di Lite-On, la On-Bright Electronics, un patrimonio di tecnologie e know-how nel settore dei chip che rischia di diventare di proprietà americana. 

Preoccupati i produttori di smartphone

Una delle principali associazioni industriali che hanno chiesto all’antitrust cinese di considerare con maggior attenzione il deal è la Mobile China Alliance, che rappresenta la filiera dei produttori e fornitori di componenti per smartphone e che ha già lavorato a stretto contatto con i regolatori in diversi casi di M&A, incluso il tentativo fallito da parte di Qualcomm di acquisire l’anno scorso Nxp Semiconductors per 44 miliardi di dollari.

“Se la revisione degli aspetti antitrust o di sicurezza nazionale da parte del governo cinese non porta a uno stop della transazione, una grande società dei semiconduttori su cui la Cina ha investito tanto finirà col diventare un’azienda americana”, ha dichiarato il segretario generale dell’associazione, Wang Yanhui.

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