I cyberattacchi possono innescare l’articolo 5 del Trattato atlantico, cioè la difesa collettiva tra gli alleati Nato. E’ l’avvertimento che arriva dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, intervenuto alla Nato cyber Defence Pledge Conference 2022, che si tiene a porte chiuse alla Farnesina. “Le cyber-attività possono innescare l’Articolo 5 del trattato atlantico, che è alla base della nostra difesa collettiva. Un attacco a un alleato è un attacco a tutti gli alleati”, ha spiegato Stoltenberg. “Quello cyber – ha proseguito – è un dominio di operazioni simile alla terra, il mare, il cielo e lo spazio”.
Italia e Usa esempi da seguire
“L’Italia e gli Stati Uniti sono entrambi ottimi esempi di forti difese informatiche – ha poi sottolineato Stoltenberg – “A maggio l’Italia ha pubblicato la sua nuova Strategia Nazionale di Cybersecurity, accompagnato da diverse iniziative come l’istituzione dell’Agenzia nazionale per la sicurezza informatica e dallo sviluppo della Strategia Cloud Italiana”, ha detto Stoltenberg. “All’inizio di quest’anno, il presidente Biden ha firmato una legge per monitorare gli attacchi informatici e i pagamenti di ransomware in tutta l’America”.
“ In questo modo le autorità possono distribuire rapidamente risorse per aiutare coloro che vengono attaccati, individuare le tendenze e avvertire altre potenziali vittime”, ha concluso, sottolineando che si tratta di “esempi di come gli alleati prendano molto sul serio” le minacce nel ciberspazio e come “queste e molte iniziative simili in tutta l’Alleanza stanno rendendo le nostre nazioni più forti e più resistenti agli attacchi informatici”.
Investire di più nella cyberdifesa
Investire di più nella cyberdifesa: è l’auspicio del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che ha aperto la “Nato Cyber Defense Pledge Conference 2022″, co-organizzata alla Farnesina da Italia e Stati Uniti con il supporto dell’International Staff della Nato.
“La minaccia del cyberspazio è reale e sta crescendo. Ecco perché il nostro impegno per la difesa informatica è così importante – ha spiegato – L’invito agli alleati a impegnarsi nuovamente nella difesa informatica con più investimenti, più competenza e una cooperazione rafforzata. Questa è una parte vitale della nostra difesa collettiva”.
Dal cyberspazio minacce a entità statali e non
“Invece di dividerci o indebolirci, la aggressione russa all’Ucraina in violazione della Carta delle Nazioni Unite, e della legge internazionale, ci ha uniti ancora di più – ha incece sottolineato Edmondo Cirielli, vice ministro degli Esteri italiano – L’Italia contribuisce all’impegno della Nato per il conflitto in Ucraina con un approccio a 360 gradi, compreso il campo cibernetico”, ha detto ancora il vice ministro, ricordando che “come uno dei primi firmatari del Patto Nord Atlantico, l’Italia è graniticamente e costantemente impegnata nei confronti dell’alleanza e dei suoi obiettivi” e notando che “il cyberspazio e sempre più conteso e disgregato e ci stiamo confrontando con orrende minacce che arrivano da entità statali e non”.
L’impatto della guerra in Ucraina
Stoltenberg ha ricordato che “nelle ore immediatamente prima che le forze russe attraversassero il confine ucraino, gli attacchi informatici (russi) hanno colpito i dipartimenti del governo di Kiev, l’esercito e i servizi di emergenza”.
“Ci hanno provato, ma hanno fallito – ha affermato – perché l’Ucraina ha dimostrato di essere un formidabile avversario. E grazie al forte sostegno della Nato. Lavoriamo da anni per rafforzare le difese informatiche dell’Ucraina. Con formazione e condivisione di informazioni e intelligence”. La Nato “ha preso seriamente da tanto tempo la minaccia al ciberspazio da parte di attori statali e non statali. Abbiamo adottato misure decise per proteggerci dagli attacchi informatici. È la chiave della nostra difesa collettiva. Le attività informatiche possono attivare la nostra clausola di difesa collettiva, articolo 5. Il fondamento della nostra difesa collettiva. Dove un attacco a un alleato è un attacco a tutti”.
La collaborazione con le big tech
Per la difesa del ciberspazio ucraino, la Nato lavora “a stretto contatto anche con società private, che hanno svolto un ruolo chiave”, ha poi detto Stoltenberg. “I satelliti Starlink consentono comunicazioni sicure e accesso a Internet – ha ricordato – Microsoft e Amazon sono state in grado di caricare i dati dei ministeri del governo ucraino sul cloud proprio mentre i suoi server venivano presi di mira dai bombardamenti russi. YouTube e le società di social media hanno bloccato o limitato gli account di troll e media statali russi”.
“La cooperazione tra governi e aziende tecnologiche è aumentata in modo significativo”, ha detto ancora, aggiungendo che, “ad esempio, la Nato e la Microsoft si scambiano informazioni per mitigare gli effetti degli attacchi di malware sugli alleati e sull’Ucraina. Al vertice di Madrid di giugno abbiamo deciso di portare ulteriormente avanti la nostra partnership con l’industria, ampliare la nostra cooperazione per sviluppare standard e norme di comportamento online”, perché, ha sottolineato, “il cyberspazio non dovrebbe essere un “selvaggio West”.