Ancora un caso di cyberspionaggio internazionale questa volta a danno della Russia. Il segretario del Consiglio di sicurezza di Mosca, Nikolai Patrushev, in un incontro a Vladivostok, ha denunciato che software-spia di “servizi di intelligence stranieri” sono stati individuati “nei sistemi informativi” degli organi di governo russi, aggiungendo che “oggi gli specialisti registrano un aumento significativo del numero di attacchi ai computer dei network informativi e delle telecomunicazioni e ai sistemi informativi degli organi di governo”. Patrushev ha quindi sottolineato che in questo contesto è necessario migliorare il sistema di protezione informatica.
La dichiarazione arriva come secondo atto di una guerra informatica che aveva visto all’inizio del mese gli Stati Uniti denunciare un attacco nei computer del Pentagono messo in atto da hacker russi. Intorno al 25 luglio scorso alcuni hacker russi si sarebbero intrufolati nel sistema di email del Pentagono, che è stato così costretto a chiudere lo stesso sistema per le due settimane successive. Lo ha riferito la Nbc News, le cui fonti spiegano che la “cyber-intrusione sofisticata” ha colpito 4.000 dipendenti, civili e militari, del Joint Chiefs of Staff, ossia dello Stato maggiore congiunto, un organo che riunisce i capi di stato maggiore di ciascun ramo delle forze armate statunitensi.