“Metti in Agenda il futuro del Paese”, questo il titolo del primo eBook della Collana dal nome evocativo “Cambiamo modello” che Stati Generali dell’Innovazione (Sgi) ha avviato con la collaborazione di Garamond.
Un eBook scritto a 100 mani, 50 persone che online hanno condiviso pensieri e discussioni, e sempre online hanno partecipato alla stesura del documento: un eBook che vuole offrire una prima sintesi di quanto fin qui elaborato dalla comunità che fa riferimento all’associazione, nell’ottica di delineare suggerimenti e tracce di lavoro per la definizione di una strategia di innovazione italiana.
Per fare questo siamo partiti dai numeri, utilizzando i dati di diversi istituti di analisi e i rapporti sullo stato di avanzamento dell’Agenda Digitale Europea. Da questi si evidenzia una difficoltà italiana nell’utilizzo efficace delle tecnologie digitali in campo economico e sociale, denotando un divario culturale molto marcato e un “sistema dell’innovazione” sostanzialmente poco governato (non per niente il nostro Paese è stabile da anni nel gruppo degli “innovatori moderati”, sotto la media europea su gran parte delle aree).
Sotto qualunque angolo di visualizzazione, l’Italia dell’Innovazione, nell’Europa a 27, si posiziona agli ultimi posti, come evidenziato negli scorebord predisposti dalla Commissione Europea nei propri studi sulla Digital Agenda: per quanto riguarda la banda larga solo il 59% delle famiglie ha una connessione a Internet (contro la media europea dell’87%) e nell’utilizzo di internet ben il 41% degli italiani non ha mai usato internet.
Questi sono i dati, ma noi crediamo che in Italia ci siano non solo grandi competenze e capacità, ma anche la volontà e gli strumenti per risollevarsi, purché si cambi modello.
A partire dalla classe politica che troppo spesso vede rappresentanti poco adeguati ad ascoltare e cogliere le opportunità di questo “nuovo” mondo che prevede modalità di interazione e possibilità di comunicazione radicalmente diverse da come lo erano anche solo fino a 10 anni fa. E non si tratta di una nicchia tecnologica, si tratta invece del futuro sociale ed economico del nostro Paese. Si tratta della qualità della vita di tutti noi.
La vera rivoluzione, il vero cambiamento sulle politiche dell’innovazione sta nel modificare radicalmente l’ottica con cui dobbiamo trattarle. Da area di intervento, da settore specifico di sviluppo e di crescita, intrecciato con il mondo delle imprese e della Pubblica Amministrazione, a base per un nuovo paradigma del Sistema Italia, della società italiana.
Il nodo dirimente e il cambiamento atteso, non stanno tanto in una politica più lungimirante sull’innovazione, ma nell’identificazione del futuro da costruire, nella consapevolezza che è necessario un chiaro cambio di modello, non un semplice miglioramento nell’efficacia degli interventi.
Una proposta di politica dell’innovazione parte, così, dal tratteggiare la nuova Italia che vogliamo: semplice, sostenibile, sicura, consapevole, competitiva, inclusiva.
Migliore qualità della vita, sviluppo economico e sociale, sono obiettivi alla portata dell’Italia, che ha le risorse per essere anche avanguardia su diversi settori, valorizzando i propri talenti, le proprie ricchezze ambientali e storiche.
L’assenza, per tanti anni, di una strategia italiana sulle politiche dell’innovazione ha causato una situazione di ritardo del nostro Paese sia sul piano delle infrastrutture abilitanti che su quello dei servizi, oltre che la presenza di un gap di competenze digitali che interessa trasversalmente tutta la popolazione e include anche gli attori politici. Le azioni necessarie sono pertanto da avviare a 360°, e naturalmente non riguardano l’introduzione delle nuove tecnologie, ma il cambiamento di modello su più aree della nostra vita sociale ed economica.