Dal Pino (Microsoft): “Cloud, sciogliere i nodi legali”

Il direttore centrale Relazioni Istituzionali e Industriali per l’Italia accende i riflettori sulla questione normativa: “Non ci sono regole uniformi a livello internazionale. Serve un aggiornamento doveroso del diritto all’evoluzione tecnologica”

Pubblicato il 24 Feb 2011

La Nuvola sotto la lente di Microsoft. Ce la mette Milano Finanza
che chiede a Luigi Dal Pino, da dicembre scorso Direttore Centrale
Relazioni Istituzionali ed Industrali di Microsoft Italia, di
evidenziare quali sono le problematiche legali associate
all’adozione di soluzioni cloud, prima fra tutte
l’individuazione delle legge da richiamare. “A livello
contrattuale la legge – spiega Dal Pino – è quella del Paese
dove l’azienda cliente ha la sede legale”. In questo senso
diventa importante per il vendor scegliere di collocare il server
in un Paese che offra un adeguato livello di certezza del quadro
normativo e una buona stabilità politica per garantire “un
servizio sicuro e continuo, senza rischi di interruzioni o
censure”.

Ecco perché Microsoft ha auspicato più volte che, a livello
internazionale e comunitario, i governi si attivino nel senso di
una armonizzazione delle normative in materia di Web. Si tratta,
secondo da Pino, “di un aggiornamento doveroso del diritto, dato
che mentre la tecnologia si evolve rapidamente, le regole risalgono
ancora agli anni ‘80”. Più precisamente sarebbe necessario
decidere quale sarà la legge applicabile e il foro competente in
caso di contenzioso. Altro aspetto da chiarire riguarda la
responsabilità dell’utente finale per evitate che la poca
conoscenza di una tecnologia nuova come il cloud determini
eventuali errori o violazioni con le conseguenti responsabilità
previste.

C’è poi la questione del potenziale “conflitto di
interessi”: i fornitori cloud conservano dati di società spesso
in concorrenza tra loro. Questi rischi possono essere facilmente
evitati, stabilendo in sede di contratto il comportamento richiesto
al provider con annesse responsabilità.
Altrettanto fondamentale la questione del data maintenance, ovvero
il tempo massimo per la conservazione delle informazioni, che deve
rispondere a criteri di equilibrio tra tutela delle riservatezza e
la necessità delle imprese di avere un congruo periodo di
conservazione. Infine la pubblicità dei dati. Dato che per le
aziende le info commerciali sono “sensibili”, sarebbe
consigliabile inserire nel contratto con il fornitore una clausola
di non divulgazione.

Infine la scelta del tipo di offerta da scegliere per rispondere
più precisamente alle necessità aziendali. Al di là delle
specifiche tecniche del pacchetto in sé – secondo Microsoft –
la scelta giusta può essere fatta solo se si coinvolgono i
responsabili tecnici e i decisori aziendali.

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