In principio fu la Ford Edsel. Era il 1957 e la casa automobilistica del Michigan investì ben 400 milioni di dollari per produrre l’auto che gli americani non comprarono mai. Secondo gli esperti del settore il veicolo era un modello a metà tra quelli di classe alta e i più economici. Il fondatore di Microsoft, Bill Gates, cita la Edsel come il suo “case study” preferito di “top flop”. L’ultimo fallimento è di questi giorni, l’oggetto non è un’auto ma uno smartphone, il Galaxy Note 7, quello che doveva essere il fiore all’occhiello di Samsung si è rivelato un brutto colpo per il gruppo coreano che ha chiesto a rivenditori e compagnie telefoniche di sospendere le vendite. Ma già poche settimane dopo il lancio, Samsung era stata costretta a richiamare 2,5 milioni di apparecchi per il rischio di esplosione della batteria. Ora è arrivata la resa.
Questi i più importanti flop tecnologici della storia.
FIRE PHONE DI AMAZON: Si tratta del primo smartphone di Amazon con sistema 3D, lanciato a luglio 2014 negli Stati Uniti. Doveva essere una rivoluzione per il mondo degli smartphone e invece a un anno esatto dal debutto il progetto di Jeff Bezos (fondatore e ceo di Amazon) si è rivelato un fallimento da 170 milioni di dollari. Non lo ha aiutato il prezzo di lancio (649 dollari), troppo alto per convincere gli irriducibili di Apple e Samsung. Portava in seno grandi ambizioni e arriva sul mercato dopo ben 4 anni di sviluppo. Basato su FireOS, si caratterizza per un corpo dal design sobrio e dalle ampie dimensioni dovute allo schermo da 4,7 pollici che garantisce una ottima leggibilità anche sotto la luce del sole. Oltre a una fotocamera frontale e a una posteriore da 13 megapixel, Fire Phone è provvisto di quattro fotocamere frontali extra che permettono di mostrare sul display contenuti simil-3D con una prospettiva dinamica che cambia in base al movimento della testa dell’utente.
NOKIA N-GAGE: La serie N-Gage di Nokia è stata lanciata nel 2003 e consisteva in due diversi modelli di telefonini capaci di funzionare anche come radio, lettore mp3 e console videogiochi. A contribuire alla deriva del progetto, il prezzo: in Italia furono lanciati a 339 euro.
SONY BETAMAX: Gli anni ’70 furono quelli caratterizzati dalla guerra per i format home video tra Vhs e Betamax. La Sony puntò forte su Betamax, precursore del Vhs, nonché prodotto qualitativamente migliore. Tuttavia, l’errore di Sony fu quello di non concedere i diritti di sfruttamento anche ad altre aziende (come invece fece Jvc con Vhs) e così il suo sistema venne scalzato dalla videocassetta più conosciuta. Tra le altre cause di fallimento anche il fatto che l’industria del porno scelse il Vhs per le proprie produzioni.
MAC CUBE: Un computer da 20×20 centimetri e profondo poco di più. Il Mac Cube, lanciato nel 2000, prometteva grandi cose. Silenzioso, senza ventole e ultra compatto, andò fuori commercio l’anno dopo. La lamentela più diffusa era il surriscaldamento dell’apparecchio. L’insuccesso commerciale è dovuto al prezzo eccessivo (oltre 2.000 dollari) e alle prestazioni visto che non aveva la stessa espandibilità hardware di un PowerMac. Le vendite già scadenti vennero rallentate dalla scarsa qualità dei materiali plastici. Nonostante i tentativi di Apple di rilanciarlo aggiungendo un masterizzatore Cd, il prodotto venne ritirato nel luglio 2001.
MICROSOFT ZUNE: Nato nel 2006 per far concorrenza agli iPod Apple, dei lettori Zune, oggi, non resta più nulla. Se non il marketplace che fu lanciato in contemporanea con la loro uscita, che sopravvive come metodo di sincronizzazione e scambio dati tra pc e dispositivi con sistema operativo Windows Phone 7. Le premesse al lancio di Zune e i suoi prodotti erano buone: Microsoft stava presentando il primo lettore in grado di scambiare dati via wi-fi. “Non siamo stati abbastanza coraggiosi”, ricorda Robbie Bach, l’ex capo di Microsoft home entertainment and mobile business. “Abbiamo finito per inseguire Apple con un prodotto che in realtà non era cattivo ma era un prodotto che inseguiva. Non c’era nessuna ragione per cui una persona uscisse di casa e dicesse: lo vado a comprare”.
APPLE USB MOUSE: Vita breve anche per l’Apple USB mouse, o più semplicemente “Hockey Puck”. Si tratta del mouse rotondo lanciato nel 1998 e fuori produzione già dal 2000. Dopo i primi entusiasmi per il design accattivante, ricevette molte critiche: la forma sferica lo rendeva difficile da impugnare ed era troppo piccolo per essere comodo da tenere sotto il palmo.
SAMSUNG GALAXY GEAR: Presentato a settembre del 2013, il primo smartwatch Samsung non è stato all’altezza delle aspettative e pur essendo partito prima del rivale Apple Watch quest’ultimo ha sbaragliato la concorrenza. Sono stati molti gli utenti che, dopo averlo comprato, l’hanno riportato in negozio. Troppo ingombrante, un’autonomia di poche ore e, soprattutto, un prezzo spropositato per quello che offriva.
SONY XPERIA PLAY: Xperia Play era un telefonino (in Italia distribuito soltanto nei centri Tim) che permetteva di giocare ad alcuni giochi della Psp (Playstation portabile). Non è decollato, ma Sony ha trovato il modo di portare i giochi della Playstation su smartphone.
APPLE EMATE: eMate 300 restò sul mercato meno di un anno (dal marzo ’97 al febbraio ’98). Era un computer low cost (venduto a 799 dollari) della linea Apple Newton. Questa linea appartiene agli albori non troppo brillanti di Apple, prima che diventasse la più grande società al mondo per valore. Secondo Forbes, Newton non ha avuto successo per una serie di motivi: il prezzo (900 dollari), le dimensioni e il riconoscimento della scrittura non così agevole tanto che una puntata dei Simpson è dedicato ad esso. 10. Microsoft Kin Microsoft Kin, lanciato nel 2010, era stato presentato come un telefonino low cost per giovani dai 15 ai 30 anni. Ne sono stati venduti talmente pochi esemplari che Verizon lo ha ritirato dal mercato due mesi dopo.
WINDOWS VISTA: Windows Vista ha ricevuto numerose critiche negative: erano parecchi i software e programmi non compatibili con il sistema e l’eccessivo consumo di elettricità portò molti a tornare al vecchio sistema operativo.
NEXUS Q: Un flop annunciato il Nexus Q, un dispositivo sferico dall’aria futuristica messo sul mercato a 300 dollari. Di cosa si trattava? Di un semplice riproduttore musicale.
MICROSOFT BOB: Ideato dalla moglie di Bill Gates, Melinda, fu lanciato nel 1995, sarebbe dovuto diventare un’interfaccia alternativa al classico desktop. La paginata iniziale, con Bob, assumeva le sembianze di una casa, con tanto di cane, poltrone e caminetto che secondo la progettista Melinda French doveva essere più semplice da comprendere per l’utente. Non ebbe successo. Qualche tempo dopo Bill provo a giustificare il flop della consorte: “Purtroppo il software richiedeva più performance rispetto a quello che oggi un hardware può dare e non c’era un mercato adeguatamente grande. Per questo Bob è morto”.
ALTO XEROX: Una grande idea, mai commercializzata. Si trattava di un computer della Xerox, il cui primo esemplare risale al ’73 e che ispirò tutti i successivi computer. Lo Xerox Alto è il risultato di vari anni di ricerca e sviluppo in cui i dirigenti della Xerox Corporation affidarono ad un team di menti dello Xerox PARC libertà massima nel progettare il computer del futuro. Il team di progettisti si ispirò a quanto di piu’ avanzato al tempo fosse stato concettualizzato, in particolare per quanto riguarda l’interazione uomo-computer ma anche relativamente ad altri aspetti, riuscendo perfettamente nell’intento. I concetti base dei computer di oggi erano presenti nello Xerox Alto. Lo Xerox Alto non fu mai commercializzato ma fu comunque messo in produzione per circa un decennio. La metà circa dei duemila esemplari prodotti nel corso degli anni furono utilizzati alla Xerox Corporation, i rimanenti invece regalati alle università e centri di ricerca degli Stati Uniti inseminando in tal modo l’intera industria informatica dei decenni seguenti.
APPLE LISA: “Lisa” era un pc progettato agli inizi degli anni ’80 dalla Apple. Figlia dello Xerox Alto, a cui si ispiravano le tecnologie e le innovazioni legate all’interfaccia grafica. Madre del Macintosh. Era dotato di mouse e schermata con icone e finestre – un’innovazione per l’epoca. Ma Steve Jobs, cacciato dal team che sviluppava Lisa, è partito da quell’esperienza per sviluppare un nuovo progetto, il Macintosh. Lisa è anche il nome della figlia di Steve Jobs.
NETBOOK: Non tutti concordano nel classificarlo tra i fallimenti, ma di sicuro non ha avuto il successo sperato. I netbook, più piccoli e con schermo “maneggevole” tra i 7 e 12 pollici, avrebbero dovuto scalzare i portatili normali. Le loro prestazioni, però, non hanno mai convinto. L’arrivo dei tablet ha compromesso la loro sopravvivenza sul mercato.
NINTENDO 64: A decretare il flop della console Nintendo 64 fu l’avvento della PlayStation. Mentre infatti la prima si era preoccupata di ideare un sistema a cartucce (che migliorassero le prestazioni dei giochi e, soprattutto, ostacolassero la pirateria), la seconda aveva lanciato una consolle avveniristica, capace di riprodurre cd (musicali e non), molto meno costosi da produrre.
TWITTER MUSIC APP: Ritirata ad aprile 2014 dopo un solo anno dal lancio, la app Apple dedicata alla musica social non ha avuto il successo sperato. Decisivo l’arrivo sul mercato di nuove applicazioni per ascoltare musica, tra cui Spotify.
@FACEBOOK.COM EMAIL: Il servizio mail di Facebok è stato lanciato nel novembre 2010 ed è presto tramontato. Hanno contribuito al flop la povertà della grafica, la priorità data indiscriminatamente ai messaggi che arrivavano direttamente dal social e le poche opzioni per personalizzare le mail.
VOLUNIA: Lanciato nel febbraio 2012, Volunia, il concorrente italiano di Google, il motore di ricerca padovano venne presto dimenticato. Il colpo decisivo fu l’abbandono di uno dei fondatori, l’informatico e matematico padovano Massimo Marchiori. Volunia è in cima alla classifica dei più grandi tecno-flop del 2012.
PLAYSTATION VITA: Dura la vita delle console portatili. E’ il destino anche di PlayStation Vita, presentata a Tokyo nel 2011 e abbandonata al suo destino da Sony pochi anni dopo vista la spietata concorrenza di smartphone e tablet nel settore.
MOTOROLA ROKR: Forse non tutti sanno che prima che Apple lanciasse il primo iPhone, Motorola si avventuro’ nella produzione del primo “iTunes phone”. Il Rokr, però, era capace di contenere soltanto 100 canzoni e queste non potevano essere scaricate dallo store direttamente sul telefono.
TWITTER PEEK: Sarebbe dovuto diventare il miglior amico degli amanti di Twitter, ma il Twitter Peek aveva piu’ di una pecca. Chi lo possedeva poteva tenere sott’occhio il flusso di tweet, ma era in grado di vedere solo 20 dei 140 caratteri di contenuto. Le app ufficiali, scaricabili su tutti gli smartphone (anche low cost), erano di gran lunga meglio.
FACEBOOK HOME: Mark Zuckerberg non era il solo a esser convinto che l’interfaccia di Facebook Home sarebbe diventata indispensabile per ogni smartphone. Htc lanciò addirittura un telefono con Facebook Home pre-installato. Non fece certo faville.
SONY TABLET: Se uno schermo è indispensabile, due sono un vero lusso. Dev’essere stata questa l’idea che ha spinto Sony a lanciare il tablet con doppio schermo. Una specie di Nintendo 3Ds per adulti. Peccato non fosse poi cosi’ compatto (di certo non stava nelle tasche dei jeans) e che costasse 549 dollari.
JOOJOO: Uno dei tablet peggio riusciti di sempre. Per capire le ragioni del flop basta citare due elementi: la batteria (che durava 5 ore) e il peso (1 kg). Ma anche il fattore prezzo ha contribuito a decretarne la morte. Nel 2009 nell’era dell’iPad a 499 dollari, un tablet dalle prestazioni decisamente inferiori non poteva costare la stessa cifra.
GOOGLE LIVELY: Lively è stata una rete di avatar create nell’ambito di progetti sviluppati da Google sul modello di Second Life. Il progetto nato nel 2008 dava la possibilità agli utenti di Gmail di interagire con avatar tridimensionali. Lo scarso successo dell’iniziativa portò alla chiusura pochi mesi dopo.