Dall’IoT al Digital Single Market: la legge all’inseguimento dell’innovazione

Rapporti privati commerciali e tra le pubbliche istituzioni sempre più digitalizzati e interconnessi. Cambiamenti che richiedono non solo un aggiornamento frequente ma serie riflessioni sulle nuove questioni giuridiche

Pubblicato il 25 Mag 2016

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Internet of Things, Data, Digital Single Market, Intellectual Property e New Challenges in ICT Law. Sono stati questi I 5 temi su cui è stato incentrato l’ultimo Legal Tech Forum, organizzato da Kopjra con il supporto di EIT Digital e Tim #Wcap Accelerator e giunto quest’anno alla sua seconda edizione. Un evento cui hanno partecipato numerosi esponenti di rilievo del mondo accademico, legale e industriale specializzati nel diritto delle nuove tecnologie per affrontare le questioni più pressanti dell’evoluzione tecnologica applicata ai rapporti privati commerciali e tra le pubbliche Istituzioni. Temi che rendono obbligatorio oggi non solo un aggiornamento frequente ma serie riflessioni su questioni giuridiche nascenti dal rapporto con un mondo mai uguale a se stesso.

Il Legal Tech Forum 2016 ha coinvolto 30 relatori, per un totale di 7 ore di approfondimenti accompagnati da un’interazione costante con oltre 220 partecipanti. Del resto, la necessità di soluzioni legali in una società digitale è già realtà: dalla strategia per il Digital Single Market, l’obiettivo di fornire una cornice normativa alla sharing economy e il nuovo regolamento europeo sulla privacy, per citare alcuni esempi, emerge la presa di coscienza della diffusione su vasta scala delle nuove tecnologie contestualmente all’esigenza di sostenerle con regole ben precise.

La conferenza tenutasi lo scorso 14 aprile a Bologna, nella storica Aula Giorgio Prodi, è stata moderata da Barbara Carfagna, giornalista del Tg1, e ha visto i saluti di benvenuto di Tommaso Grotto (Kopjra), del Professor Antonino Rotolo (Università di Bologna), di Pina Civitella (Comune di Bologna), Donata Folesani (Aster) e degli avvocati Michele Vaira (AIGA) e Carlo Blengino (Nexa Center).

Due panel hanno occupato l’intera mattinata: alle 10:30 il dibattito si è aperto sul tema Internet of Things in grande espansione perché capace di rendere interconnessi e “intelligenti” processi, servizi e prodotti con protagonisti. Alle 12:30 la discussione si è spostata sugli Open Data prima, sottolineando la necessità di rendere più accessibili i dati delle Pubbliche Amministrazioni a cittadini e imprese, e sui Big Data poi, analizzati sotto il versante delle interazioni in rete e delle serie implicazioni in termini di privacy. I lavori sono ripresi alle 14 sulle questioni sottese alla strategia per lo sviluppo del Digital Single Market, mentre i due due panel sono stati riservati ai temi Intellectual Property e New Challenges in ICT Law.

“Legal Tech Forum è stato un interessante think tank sugli ultimi sviluppi del diritto. Sebbene abbia avuto luogo presso l’Università di Bologna, l’approccio è stato pratico e sono emersi spunti molto interessanti. L’open source viene spesso associato al free source, mentre prevede delle limitazioni stringenti d’uso che si riflettono anche sul prodotto finale – commenta l’avvocato Giulio Coraggio di DLA Piper -. Il 78% delle società al momento usano componenti open source, ma la grande maggioranza di loro non hanno una policy interna che possa proteggerle da possibili rischi. I software open source rischiano quindi di essere una bomba nascosta nel business delle società”.

L’evento, sottolinea invece l’avvocato Edoardo Tedeschi di Osborne Clarke, “è stato un evento emozionante sotto molti punti di vista sia perché organizzato con professionalità sia perché sviluppato con il contributo di manager di grandi società e di avvocati molto competenti che hanno messo a fattor comune la loro esperienza in un’area a elevato tasso di evoluzione. La parte business si è fusa con la parte legal in maniera armonica con punte di discussione su temi quali la blockchain technology, il crowdsourcing e il Digital Single Market”.

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