IL REPORT

Data center, buone notizie sul fronte cyber ma non è il caso di autocompiacersi

Secondo le rilevazioni di Uptime Institute gli investimenti in nuove tecnologie hanno consentito di abbattere drasticamente le intrusioni informatiche ma si fanno strada nuovi importanti pericoli. Le interruzioni di energia dovute a catastrofi ed eventi estremi per effetto del cambiamento climatico impongono un’attenzione crescente alla resilienza delle infrastrutture

Pubblicato il 08 Apr 2024

data center Uptime Institute

Gli operatori di data center hanno rafforzato le difese contro i cyber-attacchi e migliorato la resilienza ai problemi tecnici e ai blackout, ma questo non vuol dire abbassare la guardia, come rivela l’ultimo report di Uptime Intelligence (parte di Uptime Institute) “Annual outage analysis 2024” (SCARICA QUI L’EXECUTIVE SUMMARY): evitare le interruzioni nelle infrastrutture digitali resta di primaria importanza per proprietari e gestori dei data center.

Il 55% degli operatori di data center intervistati nel 2023 ha riportato un’interruzione negli ultimi tre anni, in calo rispetto al 60% del 2022 e al 69% del 2021. Inoltre solo un evento su 10 nel 2023 è stato definito come grave, un miglioramento di quattro punto percentuali rispetto al 2022 e di dieci punti rispetto al 2021. Al tempo stesso, quattro su cinque intervistati affermano che il loro caso più recente e più grave di interruzione dell’attività sarebbe stato evitabile con una gestione più efficace e con processi e configurazioni meglio disegnati.

Data center, quanto costano i disservizi

In media, secondo Uptime Institute, avvengono da 10 a 20 interruzioni It o altri eventi gravi per il funzionamento dei data center su scala globale ogni anno, che causano anche notevoli perdite economiche e di reputazione per i gestori e per i loro clienti. In casi estremi, ovvero quando a colpire i data center sono incidenti alla struttura fisica – come eventi climatici, terremoti o incendi – l’impatto è anche sulla sicurezza delle persone.

Anche se i dati sulle interruzioni del servizio hanno un alto livello di incertezza, perché basati sulle rilevazioni degli stessi gestori, la società di analisi sottolinea gli alti costi associati: il 54% delle aziende intervistate ha riportato, per il caso più grave di stop del servizio, un costo superiore a 100mila dollari, mentre per il 16% il costo ha superato 1 milione.

I blackout sono la prima causa di stop

L‘interruzione del servizio elettrico è la causa più comune di un blackout grave del data center. Ciò significa anche un calo o un blackout di qualche frazione di secondo, perché l’hardware It non ha tolleranza rispetto alle interruzioni dell’alimentazione elettrica. Al contrario, i problemi nelle strutture per il raffreddamento sono ben tollerati per periodi “lunghi” di tempo, ovvero qualche minuto.

I problemi intrinseci all’infrastruttura It sono anche più frequenti, ma hanno un impatto spesso più isolato e meno grave; di solito colpiscono specifiche applicazioni o singoli dataset.

Le interruzioni legate al fornitore esterno (third-party provider) sono lievemente ma costantemente aumentate dal 2020; nel 2023 registrano un +5% e rappresentano un “down” su 10 per i data center. Questo incremento riflette il crescente ricorso al cloud e all’hosting e ai fornitori di software as a service (SaaS) e di servizi di colocation.

Data center più resilienti, ma emergono nuovi rischi

Nonostante l’andamento positivo sul fronte cybersicurezza e resistenza alle interruzioni It e lungo la rete elettrica, non c’è spazio per l’autocompiacimento (e il sondaggio di Uptime mostra che i gestori di data center ne sono consapevoli): i tassi di interruzione del servizio restano preoccupanti. E gli alti costi finanziari collegati a questi eventi mantengono la resilienza in cima agli obiettivi di tutto l’ecosistema.

Fra i trend evidenziati ci sono il passaggio al public cloud– che non significa meno problemi, ma solo che “third-party supplier” diventa una causa più frequente di interruzione del servizio It rispetto alle interruzioni sul data center on-premises – e l’instabilità della rete elettrica che, incorporando più fonti rinnovabili e assumendo caratteristiche più dinamiche, può determinare una crescente inaffidabilità.

Altri fattori che influenzeranno sempre più la resilienza dei data center sono il cambiamento climatico – con temperature molto alte, inondazioni, incendi più frequenti, e così via – e l’adozione di nuove tecnologie per migliorare proprio la resistenza dei data center. Per esempio, l’uso di strumenti software per spostare i carichi di lavoro dinamicamente o del liquid cooling per il raffreddamento delle strutture migliorano la resilienza, ma possono aumentare i rischi perché sono tecniche che vanno gestite.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4