Un progetto dell’Ue sta studiando l’utilizzo di memorie tridimensionali per ottimizzare il consumo dei server. L’obiettivo è realizzare un chip tridimensionale per abbattere il consumo energetico dei data center, alle prese con l’esplosione dei dati nell’ordine degli zettabyte. Secondo un recente studio Idc, la galassia digitale ammontava a 1,8 zettabytes nel 2011 (uno zettabyte è pari a mille terabyte; un terabyte equivale a mille gigabyte), e nel 2020 si arriverà alla cifra colossale di 35 zettabytes. Inolte, fra 15 anni ci sarà un trilione di oggetti connessi alla Rete, che genereranno masse colossali di dati che invaderanno i data center. Uno tsunami di dati che dovrà essere archiviato, processato e analizzato.
Un data center in media consuma 20 megawatt di energia, a fronte di 1,5 megawatt di una normale turbina ad uso commerciale.
“Il consumo energetico e i costi di gestione degli hardware stanno diventando un serio problema nel mondo dei data center, che ospitano I server – dice Emre Ozer, un ingegnere nel settore R&D del chip maker Arm – i server in cloud consumano molto e costano, d’altro canto i produttori di chip hanno raggiunto il limite massimo di produzione per limitare al massimo la dispersione di energia”.
Il dottor Ozer coordina il progetto europeo FP7 (‘The energy-conscious 3D server-on-chip for green cloud services’, conosciuto come EuroCloud-"247779") che studia le potenzialità dei chip tridimensionali disegnati per abbattere il consumo energetico dei server.
EuroCloud-"247779" è finanziato con 5,4 milioni di euro nell’ambito del Settimo Programma Quadro (FP7).