LO SCENARIO

Data center e AI, impennata della domanda. Ma scarseggiano siti e risorse energetiche



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Secondo i risultati di una survey di Bcs l’intelligenza artificiale ha un effetto positivo sull’efficienza operativa e sarà cruciale la capacità del mercato di fornire infrastrutture sostenibili ed efficienti per sbloccare il pieno potenziale e spingere l’implementazione su larga scala

Pubblicato il 3 set 2024



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I data center si espandono per supportare le applicazioni di intelligenza artificiale nell’industria e questo vuol dire un forte impatto ambientale, perché le infrastrutture specializzate in archiviazione ed elaborazione dei dati consumano enormi quantità di energia elettrica e acqua. Ma l’Ai nel data center non è un solo un pericolo per il futuro del pianeta, ma anche un’opportunità, perché aiuta ad ottenere una gestione delle risorse e delle stesse infrastrutture più sostenibile, come emerge dall’ultima indagine indipendente commissionata da Bcs (Business critical solutions) Consulting, fornitore di soluzioni integrate di consulenza sugli asset It, che ha raccolto le opinioni di oltre 3.000 esperti di data center in tutta Europa, tra cui proprietari, operatori, sviluppatori, consulenti e utenti finali.

“La crescita esponenziale dell’Ai pone una sfida per il settore dei data center”, dichiara James Hart, ceo di Bcs Consulting. “La domanda di strutture in grado di gestire le intense esigenze computazionali dell’Ai è in aumento, con un conseguente notevole impatto sul consumo energetico e idrico. Si pensi poi ai numerosi data center che fanno ancora affidamento a fonti energetiche non rinnovabili, come nel caso delle reti di telecomunicazione. La capacità del mercato di fornire data center sostenibili ed efficienti sarà quindi cruciale per sbloccare il pieno potenziale dell’Ai”.

Ai sostenibile, ruolo chiave per i data center

Il 28° report di Bcs rivela che oltre l’80% degli intervistati ha registrato un aumento della domanda di data center nell’ultimo anno, spinto proprio dall’adozione crescente dell’Ai. L’85% di essi sottolinea, tuttavia, come la scarsa disponibilità di infrastrutture adeguate e risorse energetiche rappresenti un limite significativo all’implementazione su larga scala dell’intelligenza artificiale.

Al tempo stesso, la grande richiesta di energia e acqua per il raffreddamento spinge gli operatori di data center a spostare le strutture, o a costruirne di nuove, laddove i climi sono più freddi e c’è maggiore disponibilità di acqua e fonti di energia rinnovabile.  

Tuttavia, nonostante le preoccupazioni esistenti, il settore dei data center sta già utilizzando l’Ai per ottenere significativi vantaggi operativi, tra cui una maggiore efficienza, riduzione dei costi e ottimizzazione dei servizi. L’adozione dell’Ai generativa è in rapida crescita, con il 65% degli intervistati che ne fa uso regolare, quasi il doppio rispetto al 2023. Significativamente il 90% attribuisce all’Ai un effetto positivo sull’efficienza operativa dei data center.

I data center non possono fare a meno dell’Ai (e viceversa)

Per il settore dei data center esistono sostanzialmente due aree chiave di influenza dell’intelligenza artificiale, si legge nello studio. La prima è la domanda. L’intelligenza artificiale non può esistere senza data center e la tecnologia crea una notevole quantità di potenza di calcolo e archiviazione. Ad esempio, anche se le stime variano ampiamente, una ricerca ChatGpt può consumare fino a 25 volte più energia di una tipica ricerca Google, e il raffreddamento del server necessario per una singola, ma tipica conversazione di 20-50 query con Chatgpt comporta l’evaporazione di fino a a mezzo litro d’acqua. E questa è solo una delle aziende del settore: si stima che esistano oltre 55.000 aziende di intelligenza artificiale in tutto il mondo, che crescono rapidamente. Infatti, la società di consulenza Gartner prevede che, a questo ritmo, l’intelligenza artificiale potrebbe rappresentare fino al 3,5% della domanda globale di elettricità entro il 2030, quasi raddoppiando l’attuale 2% stimato di consumo da parte dell’intero settore dei data center.

Il secondo impatto dell’Ai sui data center riguarda l’uso nei data center stessi. L’analisi predittiva è un’area fondamentale dell’intelligenza artificiale per individuare modelli nei dataset e applicare l’apprendimento a compiti futuri, automatizzando e ottimizzando le operazioni. I data center stanno adottando l’intelligenza artificiale per generare vantaggi come migliorare l’efficienza energetica e il raffreddamento per contrastare gli effetti della crescita di consumo di energia e consumo d’acqua guidata dal boom della domanda di intelligenza artificiale.

 

È imperativo rendere i centri dati più green

Il report evidenzia come questa stessa tecnologia possa giocare un ruolo chiave nella mitigazione del proprio impatto ambientale. Algoritmi di Ai, infatti, sono in grado di ottimizzare il consumo energetico, prevedere le esigenze di raffreddamento, gestire i carichi di lavoro in modo più efficiente e ridurre al minimo i tempi di inattività dei server. Anche la manutenzione predittiva basata sull’Ai contribuisce a prevenire guasti e ridurre la necessità di raffreddamento, con un conseguente risparmio energetico.

I data center Ai sono fondamentali per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ma è imperativo affrontare con decisione il loro impatto ambientale”, conclude James Hart. “È necessario un approccio multiforme che comprenda una transizione strategica verso fonti di energia rinnovabile, tecnologie di raffreddamento innovative e l’implementazione dell’Ai per massimizzare l’efficienza operativa. Dobbiamo garantire che la crescita dell’Ai sia sostenibile e responsabile, trovando un equilibrio virtuoso tra progresso tecnologico e salvaguardia ambientale”.

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