IL CASO

Data center, in Irlanda stop al nuovo hub di Google: troppi consumi energetici



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Il Consiglio della contea di South Dublin ha rigettato il piano per la realizzazione della terza infrastruttura nel Paese, un centro da 72.400 mq, a causa dello scarso uso di fonti rinnovabili. Nel Tennessee xAI di Musk finisce nel mirino del Southern Environmental Law Center: uso non autorizzato di turbine e aumento dell’inquinamento

Pubblicato il 28 ago 2024



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L’amministrazione della contea sud di Dublino (South Dublin county council) ha detto no al progetto di Google Ireland di costruire un data center nella località di Grange Castle Business Park, perché la proposta non rispetta i requisiti green del governo irlandese.

Il progetto di Google – il terzo hub dati nel Paese – prevede una struttura di data storage di 72.400 metri quadrati incluse sia le sale dati con le aree di supporto associate sia gli uffici, i servizi, edifici ausiliari, opere di paesaggistica e altre infrastrutture. Ma il sito non garantisce un sufficiente utilizzo di fonti di energia rinnovabile per rispettare gli obiettivi di sostenibilità e riduzione delle emissioni di CO2 dell’Irlanda e il progetto è stato respinto.

Il data center non è sostenibile: no alla proposta di Google Irlanda

Nel documento della consiglio della contea di Dublino Sud si legge, tra le ragioni della bocciatura del progetto, che l’attuale capacità della rete elettrica è insufficiente e che la proposta non prevede un uso significativo di energia rinnovabile in loco per alimentare il data center. Inoltre, Google non ha chiarito quali siano i suoi impegni sui Power purchase agreement (Ppa) in Irlanda relativamente a questa struttura. Mancano anche un collegamento alla rete di teleriscaldamento circostante e i dettagli su come la proposta avrà un impatto sulla fornitura di energia elettrica una volta in funzione (nel 2027).

“La struttura proposta sarebbe quindi contraria alla corretta pianificazione e allo sviluppo sostenibile dell’area”, recita il documento.

Google Ireland ha già due hub per i dati al Grange Castle business park, nella parte sud-ovest di Dublino. Nell’intero Paese il colosso tecnologico americano impiega 5.000 persone. 

Il boom delle applicazioni AI si scontra con gli obiettivi sulla CO2

Tuttavia stavolta il governo locale non si è lasciato convincere dalle opportunità occupazionali del nuovo data center, perché esiste una specifica difficoltà: la rete elettrica nazionale è congestionata e non può tollerare aumenti significativi della domanda. E la domanda potrebbe essere altissima, visto l’enorme fabbisogno di energia dei data center che gestiscono anche le applicazioni di intelligenza artificiale. Gli enti cominciano ad essere molto cauti nel dare via libera a progetti per i quali occorre nuova e imponente capacità energetica a basso impatto. 

Silicon Republic ha stimato che attualmente i data center consumano in Irlanda il 21% dell’energia del Paese, contro il 5% del 2015 e la quota salirà al 33% nel 2026. 

Inoltre la città di Dublino – pur se attraverso un diverso council – ha già dato il permesso ad Amazon, lo scorso settembre, di costruire tre nuovi data center che raddoppieranno la capacità dell’azienda. Le proteste degli ambientalisti hanno probabilmente convinto il South Dublin county council a esprimere un giudizio più severo.

xAI di Musk nel mirino in Tennessee

Le preoccupazioni per l’inquinamento eccessivo sono alla base di un altro caso, questa volta a Memphis, in Tennessee, dove la startup di intelligenza artificiale di Elon Musk, xAI, è accusata dalle associazioni ambientaliste di aver aggravato il problema tilizzando turbine a gas naturale senza autorizzazione per il suo nuovo centro dati.

Nello specifico, il Southern Environmental Law Center ha recenemente inviato una lettera al Dipartimento della Salute della Contea di Shelby, dove si trova Memphis, e a un ufficio regionale dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente a nome di diversi gruppi locali, chiedendo alle autorità di indagare su xAI.

 

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