LE STIME

Data center, investimenti a -10%. Nel 2021 la ripresa, spinta dal public cloud

Il lockdown ha impattato sulla realizzazione delle nuove infrastrutture. Il prossimo anno si tornerà a crescere del 6% ma non basterà per tornare ai livelli pre-Covid19. Giro d’affari a 200 miliardi di dollari

Pubblicato il 09 Ott 2020

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Gli investimenti nei datacenter ripartiranno nel 2021, dopo un 2020 in chiusura con nette perdite. È quanto stima Gartner: secondo la società di analisi il prossimo anno la spesa per infrastrutture IT nei datacenter crescerà complessivamente del 6% sino a toccare quota 200 miliardi di dollari, dopo un 2020 in calo del 10,3%.

La ripresa non riporterà però il mercato ai livelli del 2019, quando la spesa era arrivata a quota 210 miliardi. Nel corso del 2020 il totale della spesa in questo mercato mercato si fermerà invece a quota 188 miliardi, secondo le stime di Gartner.

L’impatto sul 2020 è stato ovviamente quello del coronavirus e del lockdown, che ha bloccato la costruzione di più del 60% delle strutture per datacenter pianificate nel corso de 2019. La ripresa, l’anno prossimo e nei successivi, sarà comunque in singola cifra, stima Gartner: “Buona parte della domanda ridotta nel corso del 2020 ritornerà nel 2021 quando lo staff potrà tornare fisicamente nei datacenter e avviare i nuovi lavori”.

I datanceter delle grandi imprese tuttavia rimarranno temporaneamente bloccati e ripartiranno con più calma. Tuttavia, i big del tech, i cosiddetti “hyperscalers”, come Amazon, Facebook, Google e Microsoft, riprenderanno la loro marcia forzata di espansione planetaria per via dell’effetto degli investimenti nel cloud da parte delle imprese e degli utenti finali.

“La priorità per le aziende – sottolinea Naveen Mishra, analista di Gartner –  nel corso del 2020 è stata quella di riuscire a tenere assieme il loro business. Per questo la crescita dei datacenter è stata generalmente rinviata a quando i vari mercati non avranno recuperato. Noi ci aspettiamo che i datacenter delle grandi aziende rimangano fermi un po’ più degli altri e ripartano più avanti, mentre i big tech continueranno a espandersi per supportare la crescita della richiesta di public cloud”.

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