IL REPORT

Data collaboration chiave per far crescere il business e raggiungere i target Esg

Secondo Lenovo le aziende sono pronte a investire in media tre milioni di dollari in tecnologie che semplificano un uso evoluto dell’analisi dei dati. Obiettivo: aumentare il profitto ma anche per contribuire a risolvere le sfide dell’umanità

Pubblicato il 22 Dic 2022

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Le imprese che utilizzano con successo i dati provenienti da diversi settori sono più propense ad affrontare le più grandi sfide del pianeta. A dirlo è il report “Data for Humanity“, realizzato da Lenovo, che mostra quanto sia fondamentale un approccio collaborativo ai dati per migliorare la stabilità e la sicurezza a livello globale. Il sondaggio è stato condotto da Ft Longitude nel settembre 2022 in Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Stati Uniti su 600 dirigenti C-level su e coloro che riportano direttamente alla C-suite.

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I benefici sul piano economico

Secondo l’indagine, chi mette in pratica una data strategy evoluta registra innanzitutto benefici a livello finanziario: oltre tre quarti (78%) hanno evidenziato un incremento del fatturato negli ultimi 12 mesi, rispetto alla metà (50%) di quelle aziende che non hanno pieno controllo dei propri dati. Il report prevede che le aziende nei prossimi 12 mesi investiranno una media di tre milioni di dollari in tecnologie e iniziative di data collaboration con l’aspettativa di aumentare i propri ricavi del 50%. Ma nonostante il profitto sia indubbiamente importante di questi tempi, emerge quanto sia altrettanto importante per i leader aziendali l’interesse sociale nell’uso collaborativo dei dati.

“I dati possono aiutarci ad affrontare una moltitudine di sfide di business e sociali, aumentando al contempo i profitti, si tratta di una condizione vantaggiosa per le aziende che stanno sfruttando attivamente il valore dei dati in loro possesso”, ha dichiarato Giovanni Di Filippo, Emea President, Lenovo Infrastructure Solutions Group. “È chiaro come i manager delle grandi aziende che hanno un impatto sulla società riconoscano il valore dei dati dal momento che intendono investire in intelligenza artificiale, analytics, e data storage. L’ottimismo che emerge da questa ricerca mostra la fiducia degli imprenditori nelle potenzialità dei dati – in particolare se consideriamo il contesto economico sfidante in cui le aziende si ritrovano oggi”.

L’utilizzo innovativo dei dati per il benessere della società

Dallo studio risulta chiaro che i dati sono da considerare come una soluzione per aiutare le aziende ad affrontare le sfide del pianeta migliorando al contempo la stabilità finanziaria, con un quarto (26%) degli intervistati che dichiara di voler fare di più con i propri dati per il beneficio dell’umanità.

I risultati indicano che la crisi energetica è considerato il principale pericolo da affrontare nei prossimi tre anni, con quasi tre quarti degli executive (71%) che dichiarano di aspettarsi un impatto da moderato a grave sul business. Tra le situazioni di rischio seguono il riscaldamento globale (59%), la scarsa assistenza sanitaria (53%) e la disparità di reddito (52%). Tuttavia, solo i due quinti (40%) degli intervistati hanno dichiarato che la loro azienda sta adottando misure nei prossimi tre anni per affrontare la crisi energetica, ancora meno per il riscaldamento globale (33%), la sanità (22%) e la parità di reddito (18%).

La collaborazione come base per l’innovazione

Con il miglioramento progressivo dei dataset e delle capacità di analisi, i senior executive ritengono che un approccio collaborativo ai dati sarà fondamentale per migliorare la stabilità globale e la sicurezza. Sebbene oltre un quinto (23%) non sappia come utilizzare i dati in un modo che abbiano un impatto sul pianeta, molti ritengono che la collaborazione possa portare vantaggi all’umanità, all’innovazione e al business.

Le aziende stanno già condividendo dati con partner e organizzazioni esterne per aiutare a migliorare l’istruzione (46%) e il commercio (46%), rafforzare le democrazie e i diritti umani (44%), sostenere iniziative ambientali (43%) e favorire l’innovazione (43%).

Coloro che non hanno ancora partecipato alle data partnership e agli ecosistemi citano i costi come ostacolo maggiore (60%), seguito dalle preoccupazioni relative alla sicurezza (57%) e al rischio e alla conformità (57%).

Cresce il vantaggio competitivo per i Data Leader

La ricerca di Lenovo identifica come accennato un gruppo elitario chiamato Data Leader, che costituisce il 15% del campione, che si contrappone al cluster dei cosiddetti Data Follower, che costituisce il 37% del campione.

Nei prossimi tre anni, è più probabile che i Data Leader rispetto ai Data Follower agiscano contro la crisi energetica (60% dei Leader contro il 33% dei Follower), la scarsa assistenza sanitaria (29% dei Leader contro il 18% dei Follower), scarsa istruzione (61% dei Leader contro 25% dei Follower) e il riscaldamento globale (34% dei Leader contro 29% di Follower). I Data Leader hanno una maggiore percezione sull’importanza dei dati per risolvere queste sfide e l’efficacia dell’utilizzo dei dati nello sviluppo di iniziative ambientali, sociali e di governance (Esg) (96%). Al contrario, solo una minoranza (41%) dei Data Follower afferma di essere attivo in quest’ambito.

I Data Leader rispetto ai Data Follower sono maggiormente portati a utilizzare i propri dati per un mix di iniziative commerciali e sociali, piuttosto che solo per scopo di lucro. Ciò suggerisce che man mano che le organizzazioni diventano più avanzate nell’utilizzo dei propri dati, è più probabile che li utilizzino per il bene comune.

“I Data Leader stanno aprendo la strada in questa direzione attraverso il loro uso dei dati e i risultati finanziari a dimostrarlo”, chiosa Di Filippo. “Sfruttando approcci coordinati che uniscono strategia, cultura, persone e tecnologia, incorporano i dati nelle loro operazioni quotidiane, analizzando i benefici non solo per sé stessi e le loro aziende, ma anche per il pianeta, utilizzando la tecnologia intelligente per creare un futuro digitale etico”.

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