DIGITALI E RESPONSABILI

Data economy, Sorial: “Mettere le Pmi al centro della svolta “

Il deputato della commissione Bilancio: “L’e-commerce è usato solo dal 4% delle imprese, serve dare una spinta all’uso delle tecnologie di nuova generazione”

Pubblicato il 04 Dic 2017

Daniele Lazzarin

sorial

Per creare consapevolezza tra i cittadini occorre evidenziare i numeri concreti del valore economico della Data Economy, ha detto Giorgio Sorial, della Commissione Bilancio della Camera Deputati, a Milano in occasione della tappa finale del roadshow di Google “Digitali e responsabili”: “Secondo dati dell’European Data Market Study, 6,6 milioni di persone nella Ue lavorano nel mercato della Data Economy, e diventeranno 10,4 milioni nel 2020, aumentando del 58%; e operano 255mila aziende, che saliranno a 359mila crescendo del 29%”. Nessun altro mercato ha numeri paragonabili: “Il suo valore è ormai di 300 miliardi di euro, ma salirà del 146% in 4 anni arrivando a 740 miliardi: questo dimostra quanto i dati, i nostri dati, siano business, e abbiano un enorme valore nell’economia reale, tanto più alto quanto più è personale e rivelatore dei nostri comportamenti quotidiani”.

Valore che sta stimolando la nascita di modelli di business completamente nuovi, ha detto Sorian citando ad esempio la startup italiana Alfred, “un’App che è stata definita maggiordomo virtuale perché gestisce gli elettrodomestici e gli smart device di casa, ma così facendo impara e analizza comportamenti quotidiani: e infatti il suo modello di business è vendere i dati ad aziende del data marketing o del largo consumo”.

Un tema di grande attualità in Parlamento e non solo, ha detto Sorian, è la web tax in discussione in questi giorni. “Al di là del discorso fiscale è importante perché introduce un tema più ampio, che è proprio quello di come restituire almeno in parte ai cittadini il valore della Data Economy: una soluzione è che i grandi over the top assumano un ruolo più proattivo nell’aiutare l’Italia a colmare il gap culturale e di infrastrutture che la colloca al 25mo posto dell’Indice Desi. È un problema di conoscenze del cittadino, di competenze del lavoratore, e anche di utilizzo delle aziende: “Nelle nostre Pmi l’uso dell’eCommerce è del 4%, c’è un grandissimo potenziale, mi raccontano di avere sistemi gestionali e Crm ma ora occorrono tecnologie della generazione successiva per cogliere vantaggi competitivi”.

Infine Sorian ha richiamato due punti secondo lui estremamente importanti ma non ancora abbastanza considerati: “La perdita o diffusione accidentale dei dati, che arrecano danni anche personalmente al cittadino – danni economici, come abbiamo visto – e la corruzione e l’illegalità nell’uso dei dati digitali: si sa che dove “girano” i soldi ci sono bellissime idee e startup ma arriva anche la criminalità organizzata”.

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