Data retention, la Ue chiede tempi più brevi

Al vaglio della Commissione europea una serie di modifiche per armonizzare la direttiva sull’obbligo di conservazione dei dati personali raccolti da web e cellulari. L’obiettivo è accorciare il periodo di storage 

Pubblicato il 07 Dic 2010

La Commissione Europea sta studiando la possibilità di rivedere la
direttiva comunitaria sulla "data retention", la norma
che regola la conservazione obbligatoria dei dati digitali dei
cittadini. La nuova direttiva potrebbe includere
l'armonizzazione e la riduzione dei limiti temporali concessi
alle autorità pubbliche per l'accesso ai dati elettronici
riguardanti privati cittadini per ragioni di sicurezza.
"Stiamo lavorando ad una normativa più armonica e più breve
per l’obbligo di data retention”, ha detto il commissario Ue
per gli Affari Interni Cecilia Malmström, durante una conferenza
del 3 dicembre sulla data retention a Bruxelles.

Queste dichiarazioni arrivano mentre l'Ue si appresta a
pubblicare, all'inizio del 2011, un report
sull'applicazione della direttiva, destinata a mettere in luce
possibili emendamenti al testo per colmare le lacune della
normativa. La direttiva, che risale al 2006, comprende la griglia
legislativa per la raccolta, la conservazione e l'utilizzo di
informazioni elettroniche private per motivi di sicurezza. Prevede
l'obbligo per i provider di servizi Tlc di immagazzinare i dati
dei clienti, compresi i numeri di telefono delle persone
contattate, gli indirizzi Internet, la location delle connessioni
al web, lo storico delle connessioni e le informazioni personali
comunicate dai clienti. Il contenuto delle comunicazioni non viene
registrato. I tempi di conservazione dei dati sono indicati nella
direttiva soltanto in modo vago.

Il testo dice che i dati personali devono essere conservati per un
periodo "non inferiore ai sei mesi ma non superiore a due anni
dalla data della comunicazione", una finestra temporale frutto
di un delicato equilibrio fra interessi opposti. Da un lato, le
esigenze delle autorità, interessate alla conservazione di dati
personali per lunghi periodi da utilizzare come prove in caso di
inchieste giudiziarie. Dall’altro, comitati cittadini per i
diritti civili che chiedono l’accorciamento dei tempi di
conservazione dei dati personali. Una battaglia civile, sposata per
questioni economiche dagli operatori Tlc, costretti a pagare di
tasca loro la conservazione dei dati. A livello di singoli stati
membri, la vaghezza della normativa ha partorito diversi quadri
normative a livello nazionale. Soltanto sei stati hanno fissato a
sei mesi il periodo di conservazione dei dati. Si tratta di
Germania, Spagna, Lussemburgo, Slovacchia, Cipro e Lituania.

La maggior parte degli stati ha fissato periodi più lunghi, che
vanno da 12 a 24 mesi. In alcuni casi sono stati fissati periodi
anche superiori ai due anni stabiliti dalla direttiva. In Polonia,
per esempio, gli operatori conservano i dati per un periodo di 10
anni, in Grecia fino a 5 anni. In Irlanda, Lituania e Romania il
limite è di 36 mesi. Alla base di queste discrepanze alcune
“imprecisioni”, secondo Malmström che vanno
“modificate”.

Il commissario ha inoltre convenuto che la direttiva dovrebbe
essere rivista anche sul fronte dei reati da perseguire tramite le
informazioni ottenute grazie alla direttiva, che tipo di dati
debbano essere conservati e quali autorità abbiano il diritto di
accedere alle informazioni. Questioni, queste, sollevate con forza
dai garanti della privacy dei diversi stati. “La conservazione
del traffico e del luogo di trasmissione dei dati dei cittadini
europei che usano Internet e il telefono è una grave interferenza
con il diritto alla privacy”, ha detto venerdì scorso il
Supervisore europeo della protezione dati Peter Hustinx,
aggiungendo che la direttiva è lo strumento adottato dall’Ue che
viola maggiormente la privacy. Malmström ha inoltre ammesso il
peso economico imposto gli operatori, connesso con gli obblighi
contenuti nella direttiva e ha sottolineato che la mancanza di
armonizzazione sui costi in Europa rischia di danneggiare alcuni
operatori più di altri. Per questo il commissario tiene aperta la
porta all’eventualità di compensi di stato per la conservazione
dei dati.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati