Nuova operazione trasparenza per i colossi del web, che hanno rilasciato nuove informazioni sulle richieste arrivate in base al Foreign Intelligence Surveillance Act (Fisa), la norma che autorizza il governo Usa a intercettare telefonate ed e-mail all’estero.
Alla luce dello scandalo Datagate, e dopo la ‘corsa’ a rendere pubblica la quantità di dati degli utenti richiesti dalle autorità Usa per lo svolgimento generico di indagini (dai casi di frodi all’antiterrorismo), Facebook, Linkedin, Google, Microsoft e Yahoo!, tra gli altri, hanno deciso di aderire a questa operazione, nel tentativo di dimostrare di aver concesso agli investigatori un accesso circoscritto ai propri database.
In base ai dati pubblicati sui rispettivi blog aziendali, emerge che nei primi sei mesi del 2013 Microsoft ha ricevuto richieste per 15-16mila account, Google per 9-10 mila account, Facebook per 5-6000 account. Al top Yahoo!, con richieste riguardanti dai 30-40mila account e con precisazione dell’azienda che si tratta dello 0,01% dei suoi utenti.
Richieste che possono aver incluso e-mail, messaggi, rubriche, elementi del calendario e foto. Per queste compagnie il numero di richieste – nel periodo indicato – è stato inferiore a mille. Tumblr, il micro blog acquistato da Yahoo! che ha appena pubblicato il suo primo rapporto trasparenza, sottolinea di non aver ricevuto nessuna richiesta di dati in base al Fisa. La pubblicazione dei dati e’ stata autorizzata la settimana scorsa dal Dipartimento di Giustizia Usa dopo un accordo con le autorità federali.
L’estate scorsa, dopo aver fatto ‘outing’ alla spicciolata, i colossi del web chiesero con una sola voce ”trasparenza” al governo Usa tramite lettera congiunta inviata al presidente Obama e al direttore della National Intelligence. Tra le richieste quella di poter rivelare ai propri utenti informazioni dettagliate sulle richieste di dati nell’ambito di questioni riguardanti la sicurezza nazionale