Sono in aumento le richieste avanzate dai Governi a Apple per avere i dati degli utenti. Emerge dal Transparency Report dell’azienda sul primo semestre 2018. Nuovo formato e maggiore semplicità di utilizzo per il rapporto che mostra l’istantanea delle richieste governative partite da ogni paese suddivise in richieste di accesso ai dati collegati a un dispositivo, dati finanziari, richieste di informazioni sull’account e richieste di emergenza.
Nel mondo Apple ha ricevuto 32.342 richieste di applicazione della legge per l’accesso ai dati dei clienti, circa 3mila in più rispetto al 2017. Non sempre il gruppo esaudisce la richiesta: nel semestre preso in esame ha risposto positivamente nell’80% dei casi, per un totale di 25.829. Questo perché, spiega l’azienda, “Apple non ha mai creato backdoor o master key per i suoi prodotti o servizi. Non ha mai consentito ad alcuna autorità di accedere direttamente ai suoi server. E non lo farà mai”.
In linea con le precedenti relazioni, la maggior parte delle richieste proviene dalla Germania (13mila) che rappresenta il 42% del totale mondiale. Apple annota che l’elevato volume di richieste è “prevalentemente dovuto a indagini su dispositivi rubati”.
Gli Stati Uniti sono al secondo posto con 4.570 richieste, seguita dall’Australia dove le forze dell’ordine hanno fatto 2.357 richieste. Ricevute dal Regno Unito 572 richieste.
Dopo la Germania, l’Italia è il Paese europeo che ha inoltrato il maggior numero di richieste, 600, cui Apple ha fornito risposte al 75%.
“Gli enti governativi e privati che si rivolgono a Apple per avere informazioni e dati dei clienti – scrive l’azienda – devono attenersi alle relative leggi e normative in vigore”. Per contratto, i fornitori di servizi devono seguire le stesse procedure che applica l’azienda per gestire tali richieste: “I nostri avvocati le esaminano tutte e si accertano che siano legittime dal punto di vista legale. Se lo sono, forniamo i dati che rientrano nell’ambito della richiesta specifica. Se una richiesta non è legittima dal punto di vista legale, o se riteniamo che sia poco chiara, inopportuna o troppo vaga, la contestiamo o la respingiamo. Forniamo un riepilogo delle richieste ogni sei mesi”.
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