Il garante per la privacy francese ha inflitto 100mila euro di
multa a Google per il servizio Street View: secondo il regolatore
transalpino per offrire la caratteristica visuale panoramica a 360
gradi Google si è appropriato di informazioni sensibili di privati
cittadini.
La multa di 100mila euro è la più alta finora mai inflitta dalla
Commissione Nazionale per la libertà d’informazione, come ha
spiegato a Le Parisien Yann Padova, alla guida dell’organo di
garanzia che, tra le altre cose, si occupa anche di privacy.
Nel 2010 Google ha ammesso che le vetture utilizzate per scattare
le fotografie a 360 gradi hanno sfruttato punti di accesso wi fi,
"catturando" inavvertitamente anche dati personali, tra
cui password ed e-mail.
Google, fa sapere il garante per la privacy francese, nonostante la
promessa di cancellare tutti i dati privati, ha continuato ad usare
gli identificativi dei punti di accesso wi fi all’insaputa dei
titolari. Non solo. A determinare la sanzione record, anche il
fatto che si è trattato di "raccolta sleale" di
informazioni e che Google, sostiene ancora il regolatore, avrebbe
ricevuto benefici economici dai dati raccolti.
A fine ottobre, La Procura di Roma aveva aperto un
fascicolo processuale e le autorità britanniche non avevano
giudicato esaustive le motivazioni fornite da BigG: in vista una
sanzione da 500mila sterline.
Mentre la Procura di Roma apre un fascicolo processuale su
StreetView, le autorità americane si ritengono soddisfatte dagli
sforzi compiuti da Google per rispondere alle preoccupazioni sulla
privacy e chiudono l’inchiesta sul colosso di Mountain View.
La Us Federal trade commission ha reso noto ieri di aver chiuso
l’indagine sulla raccolta – pur se involontaria – di dati
privati dei consumatori durante le riprese per il servizio di mappe
di Google: con una lettera di due pagine mandata agli avvocati
dell’azienda del motore di ricerca, la Ftc ha fatto sapere di
aver apprezzato le diverse misure prese da Google per mitigare le
preoccupazioni dell’agenzia governativa in merito alla privacy
dei consumatori. In particolare la commission ha gradito
l’impegno preso da Google a non usare nessuno dei dati raccolti
per propri prodotti o servizi. "Come abbiamo già detto più
volte e ripetuto anche alla Ftc, non era nostra intenzione
raccogliere quei dati e comunque non li useremo”, ha confermato
Google.
Non per questo si alleviano i guai legali per Big G. L’azienda
deve vedersela anche con la riapertura dell’inchiesta in Gran
Bretagna da parte dell’Information Commissioner’s Office,
sempre relativa alla cattura di dati personali da parte dei veicoli
di StreetView. Inizialmente (a maggio) l’ufficio britannico aveva
assolto Google dall’accusa di violazione della legge sulla
protezione dei dati, ma è tornato sulla sua decisione dopo che
Google ha ammesso che i dati che ha raccolto non sono poi così
frammentari come dichiarato in principio.
“Dalle ispezioni dei regolatori di Canada e Spagna risulta chiaro
che anche se la maggior parte dei dati è incompleta, in alcuni
casi abbiamo catturato intere email e Url, nonché password”, ha
ammesso Alan Eustace, senior vice president of engineering and
research di Google. Perciò l'Ico adesso vuole sapere se
Mountain View ha raccolto dati così completi anche in Uk.
Se l’Office scoprirà che Google ha infranto la legge inglese
sulla protezione dei dati, l’azienda potrebbe essere condannata a
pagare fino a 500mila sterline di multa, secondo il Financial
Times. “Siamo enormemente dispiaciuti per aver erroneamente
catturato tutti questi dati da reti non crittate”, si è scusata
Alma Whitten, director of privacy di Google. “Stiamo già
rafforzando le nostre pratiche interne legate a sicurezza e privacy
e intendiamo cancellare i dati appena possibile”. La Whitten ha
aggiunto che Google collaborerà pienamente con le autorità di
tutti i Paesi che stanno indagando su StreetView.