Un doppio autogol, a voler usare una metafora calcistica. A dir poco incomprensibile a giudicare dall’effetto boomerang ottenuto. Dazn si è ficcata in una situazione a dir poco paradossale il cui esito non poteva che essere quello di un ripensamento last minute.
La notizia, diffusa in anteprima dal Sole 24Ore, sull’imminente cambio delle condizioni di utilizzo dei dispositivi, notizia più che veritiera, ha scatenato un putiferio: la protesta dei consumatori era inevitabile, quella politica meno. Ma la cattiva gestione dei tempi di comunicazione ha giocato più che a sfavore. Solo ieri, – primo autogol – a oltre 48 ore dall’indiscrezione di stampa, la società ha diramato una nota in cui ha annunciato che nessun cambio verrà introdotto nella stagione in corso. Per forza di cose vista la convocazione da parte del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti con il quale è stato fissato un incontro il prossimo 16 novembre al quale – annuncia l’azienda nella stessa nota – saranno illustrate “le proposte di rimodulazione e ampliamento delle nostre offerte con l’obiettivo di mettere al centro i consumatori”. Al centro i consumatori, ca va san dire visto che sono i consumatori ad attivare gli abbonamenti.
Ma veniamo al secondo autogol, quello che sa a dir poco di incomprensibile. Nella nota l’azienda evidenzia che “fin dall’inizio del Campionato di calcio di Serie A abbiamo constatato un considerevole incremento di comportamenti non corretti che non può essere ignorato” auspicando che “l’attenzione sollevata dalle indiscrezioni circolate, porti ad una riflessione seria e concreta sul tema degli abusi contrattuali e della pirateria, aspetti che riguardano tutto il mondo delle Ott e non solo Dazn”. La pirateria online è fenomeno noto da anni e lo sanno bene i competitor di Dazn. Prendiamo Now Tv: l’accesso è consentito da un solo dispositivo portatile fuori dalle mura domestiche a patto che non se ne stia utilizzando uno già dentro casa. E prendiamo anche Netflix: ha un pacchetto base che consente l’accesso solo a due utenti, per aggiungerne altri bisogna pagare un extra. La domanda dunque è: Dazn non poteva pensarci prima e prendere esempio dagli altri? Non sapeva che senza “blindare” gli accessi si sarebbe generato il fenomeno dell’utilizzo multiplo degli accessi? Ora lo sa – tardi – e sconta il prezzo caro delle polemiche, che non si placheranno quando dalla prossima stagione saranno rimodulate le offerte. A meno di una campagna promozionale a prezzi stracciati che convinca gli utenti a restare a bordo e soprattutto a portarne a bordo di nuovi.