In Italia, la digital transformation avrebbe dovuto corroborarsi ed accelerare grazie all’impulso della transizione digitale prevista dal Pnrr, mettendo in qualche modo una “pezza” alla crisi che caratterizza, da oramai troppi anni, il settore italiano delle telecomunicazioni, pilastro portante necessario ma non sufficiente ad abilitarla.
Così non è stato, perché, in generale, la ricorsa al ribasso dei prezzi di mercato, sommata alla irragionevole burocrazia che caratterizza il mondo italiano delle infrastrutture italiane, stanno soffocando sul nascere ogni reale accelerazione innovativa.
La lunga lista delle cose da fare
Immancabilmente si elencano le molte strategie che, integrate tra loro, potrebbero essere adottate per sostenere lo sviluppo delle infrastrutture delle telecomunicazioni e la trasformazione digitale in Italia, tra cui sempre si citano: l’aumento degli investimenti pubblici e privati, la formazione sulle competenze digitali, il sostegno all’innovazione, le partnership pubblico-private, l’implementazione di una legislazione in grado di accelerare lo sviluppo infrastrutturale, l’adozione di standard internazionali, la digitalizzazione dei servizi pubblici, la sostenibilità ambientale, con un mandatorio ricorso all’uso di energie rinnovabili ed alla riduzione del consumo energetico.
Si potrebbe con ragione sostenere che quasi tutte le possibili soluzioni siano state analizzate e rincorse, con la sola eccezione, forse, della mandatoria integrazione sinergica tra le tre transizioni del Pnrr.
La green transition impossibile senza la digital transition
La transizione energetica, forse addirittura più urgente di quella digitale, non può essere, infatti, attuata senza l’obbligatorio ricorso a quella digitale e le “buone pratiche” necessarie all’attuazione della transizione ecologica, perdono ogni significatività se non integrate con le due precedenti.
Se uno degli importanti traguardi dell’Unione Europea al 2030 è quello della riduzione dell’impronta di carbonio in atmosfera del 55% rispetto ai valori del 1990, sperimentata attraverso il progressivo diffondersi delle Climate Neutral Smart Cities previste dal Green New Deal EU, forse è proprio nell’iniziale simbiosi tra transizione energetica e transizione digitale che si potrebbe cercare l’incremento della creazione di valore necessaria a rilanciare la digital transformation, visto che solo le tecnologie digitali possono migliorare l’efficienza energetica.
Il circolo virtuoso dell’innovazione
In conclusione, la transizione energetica e la digitalizzazione possono rafforzarsi a vicenda, creando un circolo virtuoso di innovazione e sviluppo sostenibile, prodromico alla transizione ecologica ed alla decarbonizzazione indicata da Green New Deal Eu e, per ultimo, da Cop27.
È importante che l’Italia sfrutti queste sinergie per avanzare sia nella transizione energetica che nella digitalizzazione e per essere pronta nel breve volgere di un triennio alla transizione ecologica finalizzata alla neutralità climatica parziale al 2030 e totale al 2050.