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Dba Group, De Bettin: “Il digitale motore della transizione green”

Necessario affrontare la sfida ecologica con un approccio sistemico, definendo correttamente gli obiettivi, riducendo i tempi della burocrazia e valorizzando le competenze

Pubblicato il 15 Giu 2023

De Bettin

La transizione digitale, la transizione energetica e la transizione ecologica, nel loro combinato, sono sfide estremamente complesse, e potranno essere attuate solo nel momento in cui verranno collegate tra loro con cinghie di trasmissione che le facciano muovere all’unisono, senza rompere un delicato meccanismo. È evidente però che in assenza della componente digitale le altre due non potrebbero sussistere”. Ne è convinto Francesco De Bettin, Presidente Dba Group, tra i relatori dell’edizione 2023 di Telco per l’Italia, di scena oggi a Roma.

Cosa implica davvero la transizione ecologica

“Per costruire un ecosistema solido bisogna innanzitutto definire correttamente la transizione ecologica. Si legge di tutto sugli obiettivi posti da qui al 2050, ma nessuno ne parla in termini ingegneristici e imprenditoriali. Dal mio punto di vista questa rivoluzione si basa sull’individuazione delle buone pratiche antropiche da controllare e gestire attraverso la telematica, attuando in altre parole una smartizzazione della vita umana e tendendo a neutralizzare le emissioni delle città. Questo è l’obiettivo vero, e lo si può raggiungere solo mettendo a fattor comune le reti (esistenti e ancora da implementare), necessarie alla manipolazione sicura delle informazioni, e i software, che abilitano l’automazione telematica delle buone pratiche”.

Come accelerare la transizione digitale

Passare dalla teoria alla pratica, per De Bettin, significa sostanzialmente accelerare la transizione digitale. “Servono reti fisiche, data center e software per trattare i dati in totale sicurezza. E per averle rapidamente a disposizione occorre prima di ogni altra cosa ridurre i tempi di realizzazione, accorciando le pratiche burocratiche per ottenere il permesso di far partire i cantieri, anche prevedendo – se necessario – sistemi di commissariamento. In secondo luogo”, ha continuato De Bettin, “sarebbe auspicabile che operatori e società tecnologiche riconoscessero che la forza lavoro, professionale e operativa, al momento non è sufficiente per affrontare questa sfida. Bisogna quindi evitare di rubarsi le risorse a vicenda, facendo male a se stessi e al sistema. E ricordarsi che aumentare la forza lavoro significa aumentare i prezzi, perché quelli attuali di mercato non consentono a molti player di lavorare in serenità”.

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