Sono circa 140 gli emendamenti al ddl Diffamazione presentati oggi al Senato. La maggior parte riguardano l’abolizione dell’articolo 3 che, in nome del principio del diritto all’oblio, obbliga tutti i siti internet e i motori di ricerca alla cancellazione dei contenuti ritenuti diffamatori.
Quindici emendamenti sono stati presentati dall”Italia dei valori: quasi tutti propongono l’abbassamento delle multe (che nel testo uscito dalla commissione Giustizia partono da un minimo di 5 mila a un massimo di 100 mila euro) e mirano alla soppressione del cosiddetto “bavaglio” a blog e motori di ricerca.
Gli emendamenti, a prima firma del capogruppo in commissione Giustizia, Luigi Li Gotti, e sottoscritti anche dai colleghi Patrizia Bugnano e Francesco Pardi, chiedono inannzitutto di sopprimere l’obbligo di rettifica per le testate diffuse on line e di eliminare l’articolo 3 che, in nome del principio del diritto all’oblio, obbliga tutti i siti internet e i motori di ricerca alla cancellazione dei contenuti ritenuti diffamatori.
I senatori Idv propongono poi di abbassare a 30 mila il massimo della sanzione pecuniaria e di eliminare i commi che stabiliscono che la pena e’ raddoppiata in caso di recidiva (anche per l’omesso controllo dei direttori responsabili).
Si chiede infine di introdurre anche un articolo che preveda il giudizio immediato per i reati commessi con il mezzo della stampa. Si propongono anche “aggiustamenti” sulle modalità della rettifica chiedendo che possa essere riportata in maniera non integrale (“deve essere contenuta entro il limite del doppio delle righe dello scritto che le ha determinate”). Previsto un’ammorbidimento della “norma ammazza-libri d’inchiesta”: la rettifica per la stampa non periodica per i dipietristi dovrebbe essere pubblicata a scelta su un quotidiano a tiratura locale e nazionale e non su due quotidiani a tiratura nazionale.
Infine, Li Gotti, Bugnano e Pardi, chiedono di abbassare le multe per ingiuiria e diffamazione semplice che sono state aumentate notevolmente nel ddl Sallusti.
La proposta di modifica che porta la firma della senatrice Maria Ida Germontani, del Terzo Polo prevede invece che “l’obbligo di rettifica riguardi esclusivamente le testate online registrate regolarmente, non qualunque sito o blog in cui si esercita pubblicamente la libertà di pensiero. Per questi ultimi ciò non toglie che si possa essere chiamati a rispondere della diffamazione“.
Intanto la Camera ha convocato per lunedì 29 settembre la conferenza dei capogruppi per calendarizzare in Aula il ddl Diffamazione.