De Abertis: “Italia è in ritardo, ma con il Bim faremo un salto di qualità”

Il presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili: “C’è bisogno di un percorso ragionato per evitare che questo strumento diventi un gesto puramente formale, ma è una grande opportunità”

Pubblicato il 11 Apr 2016

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Il Bim rappresenta una grande opportunità anche per il mondo delle costruzioni, ma c’è bisogno di un percorso di avvicinamento ragionato affinché questo strumento non diventi un “gesto puramente formale”. È questa in sintesi la posizione di Claudio De Albertis, presidente dell’Ance, l’associazione confindustriale dei costruttori, sul salto nel digitale dell’edilizia.

Il Governo si appresta a prevedere una road map per l’introduzione del Bim. Come risponde il mondo italiano delle costruzioni? È pronto per questo strumento?

In un momento storico come questo, in cui si produce molto meno che in passato, tutti gli attori della filiera, dai progettisti, alle aziende, ai produttori di componenti, sono consapevoli che, per tornare a essere competitivi, i metodi e gli strumenti tradizionali non bastano più. La strada da percorrere è sicuramente quella di un nuovo modo di fare impresa, con un vero rinnovamento sia dei processi che dei prodotti. In questo senso il Bim rappresenta una grande opportunità per compiere quel salto di qualità indispensabile a crescere, grazie allo scambio virtuoso di dati, esperienze e knowhow tra gli operatori. Se all’estero molti lo hanno già capito, e in particolare l’Inghilterra, l’Italia è ancora in ritardo, nonostante vi siano già esempi di successo nell’uso del Bim, soprattutto per opere di grandi dimensioni. Per facilitare questo inevitabile processo di modernizzazione industriale credo sia necessario un percorso di avvicinamento “ragionato” a questo strumento. E’ necessario, infatti, incentivarne la conoscenza e l’utilizzo, sia da parte dei committenti e dei progettisti che da parte delle imprese, stando attenti, però, a non affrettare troppo i tempi, ovvero a stabilire l’obbligatorietà del Bim prima che il mercato sia sufficientemente attrezzato.

Quali sono i vantaggi del Bim? E quali possono essere gli ostacoli alla sua diffusione?

Affrontare efficacemente la complessità: è questa a mio parere la vera forza del Bim, che di fatto è un sistema di gestione dei modelli e dei processi produttivi anche nel tempo. Un punto importante da chiarire è che non si tratta semplicemente di progettazione tridimensionale. Il fulcro del Bim sta nel creare un nuovo rapporto tra la filiera dei protagonisti del processo produttivo: un rapporto basato sulla collaborazione e sulla fidelizzazione, che può consentire, sin da subito, di individuare e correggere incongruenze, modellare il progetto, gestire tempi e costi del cantiere, pianificare la vita e la manutenzione del manufatto. Sarà poi la sperimentazione sul campo a darci le risposte in termini di effetti e benefici di questa potenziale rivoluzione copernicana, che va senz’altro accompagnata dal necessario percorso di formazione e aggiornamento di tutte le figure professionali che dovranno gestire in Bim la complessa materia dei lavori pubblici. La cosa più importante è che l’approccio da parte di tutti sia serio e concreto e si scongiuri il rischio di recepire il Bim in termini puramente formali, avulso da ogni necessario processo di rinnovamento delle aziende.

Ance può vantare il progetto InnoVance. Di che cosa si tratta esattamente?

È un progetto di cui l’Associazione si è fatta promotrice qualche anno fa nell’ambito della filiera con la collaborazione di alcune associazioni industriali di produttori di materiali, università, Cnr e case produttrici di software. L’obiettivo era quello di creare una piattaforma collaborativa di gestione delle informazioni di filiera: dal prodotto “componente”, come la finestra o la caldaia, a quello “risultante”, e cioè l’edificio o l’infrastruttura, passando per la gestione informativa di mezzi e attrezzature, risorse umane, lavorazioni e sicurezza. Insomma la prima banca dati uniformata dei prodotti dell’edilizia, mirata a favorire, proprio come il Bim, un’efficace sinergia tra tutti i protagonisti del processo costruttivo.

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