Next Generation EU, Green New Deal e le Transizioni Ecologiche dei 27 Pnrr nazionali, indicano sviluppi tecnologici e di mercato ben precisi per il prossimo futuro, basati in modo prodromico su Transizione Digitale ed Energetica.
È indispensabile concepire la Transizione Digitale in essere guardando oltre la mera disponibilità immediata delle reti infrastrutturali, anche se oggi rallentata dalla bassa marginalità garantita dagli Operatori di Telecomunicazione alla filiera ingaggiata per la loro realizzazione, cercando, invece, di sposarla con i grandi obiettivi indicati dal COP26 e Green New Deal EU (GNDEu).
Uno dei temi fondamentali posti da COP26 e da risolvere attraverso le indicazioni del GNDEu, riguarda il contenimento dell’incremento della temperatura media del Pianeta in 1,5° Celsius al 2050, obiettivo ottenibile in Europa riducendo il tenore di gas serra in atmosfera del 55% rispetto al 1990 entro il 2030 per un successivo raggiungimento della neutralità nel 2050.
Una corretta transizione energetica che annulli il ricorso ai combustibili fossili in favore di fonti rinnovabili, accompagnata dall’incentivazioni delle Comunità Energetiche Rinnovabili e, pian piano, dal maggiore utilizzo di biogas ed idrogeno, non può prescindere dalla rivoluzione digitale basata su telematica, reti di sensori, big data ed intelligenza artificiale, così da favorire una Transizione Ecologica che colga anche tale obiettivo. Poiché una delle principali fonti di emissione di gas serra sono gli agglomerati urbani (più o meno alla pari di quelli industriali), un tema importante nel prossimo futuro sarà quello della trasformazione delle “City” in “Smart City”, ove know how, tecnologia ed intelligenza artificiale possano abilitare le buone pratiche di politica gestionale, migliorando, la qualità della biosfera e della vita dei cittadini.
Sino ad oggi il fenomeno “Smart City” si è sempre rivelato solo un esercizio teorico, sia per la mancanza di reti, sia per la mancanza di rientro dell’investimento. Il tema della disponibilità delle reti è solo una questione di tempo; la remuneratività degli investimenti tecnologici e la loro sostenibilità nel tempo, potrebbe essere realizzato attraverso l’introduzione sul Mercato Volontario di specifici Crediti di Carbonio Urbano e Territoriali (del tutto simili ai Certificati Verdi trattati sul mercato regolamentato ETS EU), maturati sulla base della diminuzione certificata del tenore di anidride carbonica in città e conseguente alle buone pratiche di gestione della Smart City, monitorati attraverso blockchain e commercializzati attraverso i market place che le principali banche mondiali stanno già realizzando. In questo modo sarebbero gli obiettivi di COP26 e del GNDEu i generatori della svolta digitale necessaria ad attivare la transizione ecologica. È anche in questo ambito che le telco ed il loro indotto potranno ricavare in futuro ulteriore creazione di valore ed accelerare il rientro dei loro investimenti sia in rete che in digitalizzazione delle città.
Dba a Telco per l’Italia il 3 maggio
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