No all’assegnazione di nuovi domini Internet da parte dell’Icann (Internet corporation for assigned names and numbers) con nomi alimentari generici come “.wine” o “.food”: lo ha detto il ministro delle politiche agricole Nunzia De Girolamo. “Un fronte su cui il ministero ha massima attenzione – ha spiegato la responsabile del dicastero in audizione presso le Commissioni agricoltura di Camera e Senato riunite in seduta comune – è quello della possibile nuova introduzione di nomi generici a dominio Internet. Come noto – prosegue il ministro – l‘Icann, organizzazione privata di diritto californiano che si occupa della gestione a livello mondiale del sistema dei nomi a dominio Internet, ha attivato le procedure per riconoscere, a pagamento, a soggetti privati, nuovi domini corrispondenti tra gli altri anche a nomi comuni, tra cui ‘.wine’, ‘.vin’, ‘.food’, ‘.cars’, e così via.
Nel mese di luglio – conclude De Girolamo – si terrà a Durban l’incontro tra Icann e Gac – Governamental advisory committee (di cui fa parte l’Italia). Il ministero si attiverà con decisione per una immediata presa di posizione contraria alle concessioni Icann dei nomi generici”.
Al centro di contestazioni per i tentativi di assicurarsi in esclusiva i diritti ad alcuni domini Internet con nomi generici è finita l’anno scorso Amazon. Contro il big del commercio elettronico, che aveva richiesto la concessione di suffissi come .app, .mobile, .music e .shop, sono state presentate 28 proteste formali da parte di tre diversi Paesi presso il Government Advisory Committe (Gac), organismo composto da rappresentanti di 50 nazioni che ha il compito di emanare raccomandazioni non vincolanti nei confronti dell’Icann. Di questi “reclami” ben 26 sono stati inoltrati dalla sola Australia, secondo la quale il predominio di indirizzi così generici da parte di Amazon “potrebbe minacciare le leggi sulla competizione, dato che l’azienda ricerca un accesso esclusivo a un settore di mercato molto ampio”.
Un’altra protesta contro la company americana è stata presentata da Brasile e Perù a proposito della sua richiesta all’Icann di aggiudicarsi l’indirizzo .amazon che, secondo i rappresentanti dei due Paesi latino-americani, “potrebbe minacciare l’uso dello stesso dominio per scopi di pubblico interesse relativi a protezione, promozione e consapevolezza delle questioni legate al bioma amazzonico, ovvero l’insieme di animali, vegetali e microrganismi dell’ Amazzonia”.
L’anno scorso anche il governo di Berna aveva protestato contro il tentativo di SwissAir di acquistare l’indirizzo .swiss, sostenendo che “dovrebbe essere utilizzato a beneficio dell’intera comunità della Svizzera”.