Con un piglio molto americano, tutto improntato all’ottimismo, ha cercato di scuotere la platea del Cloud computing summit 2012 organizzato da The Innovation Group. Così, con le solite slide e un sorprendente sottofondo di “Come together” Mark De Simone, nuovo Ceo e Ad di CloudItalia, ha raccontato le magnifiche sorti progressive del cloud spiegando poi perché un manager con un chilometrico curriculum internazionale come il suo ha deciso di tornare a lavorare in Italia rilevando gli asset di Eutelia. “L’Italia è un paese con grandi possibilità non perché è così vecchio che può solo migliorare, ma perché i processi sono farraginosi. Il problema è che non è mai stato fatto un discorso di catena del valore. Da un lato gli informatici parlano con termini molto complessi perché la vecchia informatica era complessa. Dall’altro chi fa business dimostra interesse solo per il prodotto, non per il processo. Ma nel nuovo mondo devi essere interessato al processo, o diventi irrilevante”.
Che differenze ha notato fra gli altri Paesi e l’Italia?
Esistono differenza ampie perché altrove la capacità di aggregarsi è più alta. Esiste una maggiore capacità di fare sistema: se si vuole portare la competizione a un alto livello bisogna lavorare insieme e ci vuole molta apertura. Non si può immagine che i confini nazionali fermino qualsiasi cosa: dobbiamo vivere in un mondo che deve fare sistema, capire e ascoltare i giovani. Questi temi è bene che vengano discussi qui fra gli esperti Ict, ma devono anche essere oggetto di dibattito in Confindustria a livello nazionale. Perché non vengono approcciati i temi relativi ai modelli di business che valgono uno o due punti di Gdp? E proprio perché questo non si fa vedo una grande opportunità.
Per quanto riguarda l’acquisizione di Eutelia a che punto siete?
Abbiamo effettuato l’acquisizione, ora manca solo l’ok dell’antitrust nazionale come unica condizione sospensiva. Abbiamo comprato la parte buona della società, gli asset di Tlc e i dipendenti. I 240 che stiamo selezionando inizieranno a lavorare, ma abbiamo un accordo sindacale per assumere gli altri 120 in un paio d’anni. Questo è un business che attualmente vale poco meno di 100 milioni di euro. Vogliamo triplicarlo entro i prossimi cinque anni passando da un business per servire aziende e professionisti alla fornitura di servizi cloud, non tanto per la parte infrastrutturale, ma fornendo servizi applicativi per categorie e settori industriali come commercialisti e banche. Abbiamo già contatti con produttori di software che vogliono lavorare con noi e realizzeranno le versioni cloud dei loro programmi. Inoltre puntiamo a caratterizzarci come fornitore unico per i clienti. Quando andremo a vendere servizi business alle Pmi proporremo anche connettività e servizi voce. Questo ci differenzierà perché ci caratterizzeremo come fornitore unico e siamo noi a controllare il tutto. E poi intendiamo proporci come fornitore di una linea Internet alternativa in caso di problemi con il fornitore principale.
Ha parlato della creazione di ecosistema di partner attorno alla società.
È vero, ci basiamo su partner importanti come Cisco, probabilmente anche Vmware, e abbiamo relazioni con partner chiave come Cordis, del quale ero Ad a livello mondiale, specializzato nel platform as a service. Abbiamo altri applicativi, circa 30-40 che pubblicheremo sul sito. Abbiamo partner di contenuti, tecnologici e di vendita. In più, visto che puntiamo sulle Pmi, cerchiamo agenti tradizionali, Var e system integrator, lavoreremo con chi ha già lavorato con noi come società come ItWay. Costruiremo un canale intelligente capillare con qualcuno che venderà Tlc, altri soluzioni, gli specialisti dei commercialisti. L’importante è che il canale faccia soldi. Per quanto riguarda i data center ne abbiamo due, forse ne apriremo altri, ma stiamo parlando di una commodity, non è questo il problema.
Collaborerete con le università?
Lavoreremo insieme a Witech, una società specializzata nel wireless frutto di uno spin off dell’Università di Pisa e poi vogliamo costruire delle factory per realizzare applicativi. Puntiamo su studenti universitari in uscita ai quali daremo l’opportunità di costruire piccoli applicativi fornendogli servizi gratuiti che distribuiremo sul nostro canale.
L'INTERVISTA
De Simone: “Così farò rinascere Eutelia”
L’Ad di CloudItalia in un’intervista al Corriere delle Comunicazioni svela i piani per il rilancio dell’azienda: “Estenderemo il raggio d’azione agli applicativi. Stiamo lavorando ad un ecosistema di partner intorno alla società”
Pubblicato il 02 Apr 2012
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