“I cittadini e le organizzazioni della società civile partecipano al processo di misurazione delle performance organizzative”. Lo prevede l’ultima bozza del decreto Madia, stabilendo che si potrà direttamente segnalare il proprio “grado di soddisfazione” per il servizio agli organismi indipendenti di valutazione. I risultati saranno pubblicati, con cadenza annuale, sul sito dell’amministrazione e se ne terrà conto anche per i premi.
Insomma secondo il decreto la misurazione delle performance non spetta più solo ai dirigenti e agli organismi indipendenti di valutazione. L’attività, stando alla bozza, sarà svolta anche “dai cittadini o dagli altri utenti finali in rapporto alla qualità dei servizi resi dall’amministrazione”. Il “voto” dell’opinione pubblica riguarderà non il singolo dipendente ma il team, l’ufficio nella sua interezza.
Ecco come: “i cittadini e le organizzazioni della società civile partecipano al processo di misurazione delle performance organizzative, anche comunicando direttamente all’Organismo indipendente di valutazione il proprio grado di soddisfazione per le attività e per i servizi erogati”. Quindi si instaurerà un canale diretto tra i cittadini e quelle che sono le “sentinelle” della PA, i valutatori, che devono essere presenti in ogni amministrazione.
Inoltre, si stabilisce, che “gli utenti interni alle amministrazioni partecipano al processo di misurazione delle performance organizzative in relazione ai servizi strumentali e di supporto secondo le modalita’ individuate dall’Organismo indipendente di valutazione”. Sarà di conseguenza messo a punto un vademecum che consentirà di esprimere giudizi sul servizio pubblico reso. Soprattutto, si legge nella bozza, “i risultati della rilevazione del grado di soddisfazione” di cittadini e utenti “sono pubblicati dall’Organismo indipendente di valutazione, con cadenza annuale, sul sito dell’amministrazione” e gli “esaminatori” ne terranno conto “ai fini della valutazione della performance organizzativa dell’amministrazione e in particolare, ai fini della validazione della Relazione sulla performance”.
Non è la prima volta che in Italia si prova a strutturare un sistema di valutazione delle performance dell PA. Nel 2010 era toccato all’allora ministro della PA, Renato Brunetta, che aveva lanciato l’iniziativa “Mettiamoci la faccia”. Su un totem, l’utente poteva cliccare sulla faccina verde, gialla o rossa per esprimere gradimento, perplessità o insoddisfazione, dopo aver cercato informazioni, sbrigato una pratica, pagato le tasse, chiesto aiuto per sbrogliare un cavillo burocratico. L’iniziativa era partita bene: a un anno dal lancio
Il progetto è ancora attivo, ma i dati d’utilizzo non sono buoni: delle 1024 amministrazioni che hanno preso parte all’iniziativa, solo 312 l’hanno attivata per un totale di 447 mila giudizi raccolti nel 2015. Contro gli oltre quattri milioni del 2010.