Decreto ristori, il governo dà il via libera al decreto. Il provvedimento stanzia oltre 5 miliardi per dare sostegno immediato alle categorie di operatori economici che più hanno sofferto le misure restrittive dell’ultimo Dpcm.
Via anche al Ristori bis.
Decreto ristori, a chi spetta il contributo
2,4 miliardi di euro sono aiuti a fondo perduto per le attività chiuse o con orario ridotto. La procedura era già stata prevista nel “decreto Rilancio”. In questo provvedimento ci sono anche le aziende con fatturato superiore ai 5 milioni di euro e gli indennizzi saranno più alti.
L’ammontare dei sussidi sarà diversificato secondo il tipo di attività (identificata in base ai codici Ateco). Sarà calcolato in relazione al calo di fatturato e a quanto incassato nei mesi successivi al lockdown.
I bonus si rivolgono ai titolari di una partita Iva attivata in data antecedenteal 25 ottobre 2020 e non cessataal momento della presentazione della domanda. In particolare, gli ulteriorirequisiti per richiedere il contributo a fondo perduto del Decreto Ristori sono due: esercitare come attività prevalente una di quelle rientranti nei codici Ateco elencatinella tabella dell’allegato 1 del Decretoe avere avuto l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019. Quest’ultimo requisito non è invece necessario se la partita Iva era stata attivata a partire dal 1° gennaio 2019
Previste misure ad hoc per i lavoratori dello spettacolo e del turismo: mille euro per i lavoratori autonomi dello spettacolo e proroga della Cig per chi opera nel turismo.
Un ulteriore miliardo è destinato ad alcuni comparti specifici:
- 400 milioni per agenzie di viaggio e tour operator;
- 100 milioni per editoria, fiere e congressi;
- 100 milioni di euro per il sostegno al settore alberghiero e termale;
- 400 milioni di euro per il sostegno all’export e alle fiere internazionali.
Riconosciuta un’indennità, che sale da 600 a 800 euro, per tutti i lavoratori del settore sportivo che avevano già ricevuto i bonus normati dal “Cura Italia” e dal “Rilancio. Per sostenere le associazioni e delle società sportive dilettantistiche arriva un fondo da 50 milioni. Fondo da 100 milioni di euro anche per sostenere le imprese della filiera agricola.
Decreto ristori, quali partite Iva devono fare domanda e chi avrà il contributo in automatico
Il decreto Ristori fissa un doppio binario per l’accesso all’indennizzo per le partite Iva. La gestione della procedura è in capo all’Agenzia delle Entrate.
Per le partite Iva già beneficiarie dei precedenti sussidi, queste riceveranno l’importo in automatico sul conto corrente, sulla base dell’importo riconosciuto ai sensi dell’articolo 25 del decreto Rilancio.
Le partite Iva che non hanno beneficiato del bonus previsto dal Dl Rilancio dovranno fare domanda. Stessa procedira per le partite Iva con ricavi o compensi superiori a 5 milioni di euro.
Decreto ristori, a quanto ammonta il contributo a fondo perduto
L’importo sarà calcolato prendendo come riferimento il calo di fatturato di aprile 2020 rispetto ad aprile 2019. Si parte dai parametri fissati dal decreto Rilancio si applicano poi i coefficienti e le nuove percentuali, dal 100% al 400%.
Per le partite Iva con ricavi o compensi superiori a 5 milioni di euro, il contributo a fondo perduto sarà calcolato applicando la percentuale iniziale del 10%. L’importo massimo non potrà in ogni caso superare i 150.000 euro.
A chi spetta il Ristori bis
Il contributo previsto dal Decreto Ristori-bis, invece, è destinato esclusivamente ai titolari di partita iva che hanno il domicilio fiscale o la sede operativa nelle aree caratterizzate da uno scenario di massima gravità (le cosiddette regioni “rosse”). Gli altri requisiti sono analoghi a quelli del contributo del Decreto Ristori: esercitare come attività prevalente una di quelle rientranti nei codici Ateco elencati nella tabella contenuta questa volta nell’allegato 2 del Decreto Ristori bis; se titolari di una partita Iva aperta prima del 1° gennaio 2019, avere avuto l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019. Infine, sempre come per il contributo precedente, la partita Iva del richiedente deve essere stata attivata in data antecedente al 25 ottobre 2020 e non deve essere cessata al momento della presentazione della domanda.
Una nuova area tematica per tutti i ristori
Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è stata creata una nuova area tematica, raggiungibile direttamente dalla Home page, che raggruppa le informazioni su tutti i contributi a fondo perduto finora istituiti. Al suo interno è possibile trovare informazioni sulla procedura di richiesta del contributo, sul calcolo delle somme spettanti, su cosa fare in caso di errori e sulle deleghe degli intermediari, oltre al riepilogo dei riferimenti normativi e dei provvedimenti emanati dall’Agenzia.
Come fare domanda per ottenere i contributi
La domanda di accesso ai contributi va presentata via web mediante il portale “Fatture e corrispettivi”dell’Agenzia delle Entrateoppure attraverso l’utilizzo di un software di compilazione e unsuccessivo invio attraverso l’applicativo “Desktop telematico”.L’autenticazione potrà avvenire con le credenziali Fiscoonline o Entratel dell’Agenzia, tramite Spid, il Sistema Pubblico di IdentitàDigitale, oppure mediante la Carta nazionale dei Servizi (Cns). Nell’istanza devono essere indicati i codici fiscali del richiedente, dell’eventuale rappresentante o intermediario, le informazioni sulla sussistenza dei requisiti e l’Iban del conto corrente su cui ricedere l’accredito.
Articolo originariamente pubblicato il 23 Nov 2020