Deezer cambia Idea, e rinuncia al proprio progetto di quotarsi alla borsa di Parigi. A causare il dietrofront, annuncia l’azienda, sono state le “condizioni di mercato” giudicate sfavorevoli. In una nota l’app francese di musica in streaming annuncia di avere al momento risorse comunque sufficienti per finanziare la propria strategia di crescita, e si riserva di trovare per il futuro “opzioni alternative di finanziamento”.
Il debutto sui listini di Deezer era inizialmente previsto per oggi, e l’obiettivo dell’azienda era di raccogliere almeno 300 milioni di euro, suddivisi in oltre 8,2 milioni di azioni, pari a una valutazione complessiva della società di un miliardo di euro circa. Se fosse riuscita nell’Ipo Deezer sarebbe stata la prima società di servizi streaming musicali a tentare la via della quotazione.
Un Ipo che nelle intenzioni della società francese sarebbe servito per attrezzarsi contro concorrenti sempre più agguerriti, e che spesso dispongono di risorse finanziarie più importanti, a partire dalla new entry di giugno, Apple Music, e Spotify. Grazie allo sbarco sul listino di Parigi il servizio di musica in streaming avrebbe potuto avere più capitale a disposizione per affrontare le sfida di un mercato difficile e dinamico come quello della musica. L’Ipo, secondo quanto aveva spiegato nei giorni scorsi il ceo Hans-Holger Albrecht, sarebbe servito all’azienda per arrivare a “una distribuzione più capillare coinvolgendo le telco e produttori di device”, oltre che per migliorare il prodotto e i contenuti.
Deezer è stata fondata a Parigi nel 2007: il fatturato della casa madre, Blogmusik, è schizzato del 52% nel 2014 a 138 milioni di euro, ma senza generare utili, anzi registrando una perdita di 23 milioni di euro, proseguita con 11 milioni di euro nella prima metà del 2015, mentre il cash flow positivo è previsto al momento per il 2018.
Secondo i dati forniti dalla società, Deezer conta su 6,3 milioni di utenti a pagamento, su un catalogo di 35 milioni di brani ed è disponibile in più di 180 Paesi nel mondo, ma con una zoccolo duro di utenti in Francia, per un abbonamento mensile che costa 9,99 euro. Il grosso dei sottoscrittori a pagamento, in ogni caso, circa 4,8 milioni di persone, accedono al servizio grazie al contratto in bundle con il loro operatore, Orange, che insieme ad Access industries (la società del tycoon Len Blavatnik) e a tre etichette discografiche (Warner Music, Sony Music e Universal Music) è tra i principali investitori del progetto.