L'INDAGINE

Deliveroo nel mirino dell’Autorità belga per il lavoro: in ballo i diritti di 3.500 riders

Per la prima volta in Europa un’istituzione pubblica porta in tribunale l’azienda del food delivery accusata di non rispettare le leggi del Paese. Ma l’esito del caso è di là da venire: la prima udienza fissata a ottobre 2021

Pubblicato il 21 Gen 2020

deliveroo

Dopo una indagine durata 18 mesi Deliveroo, azienda britannica per la consegna di pasti a domicilio, è stata portata in tribunale dall’Autorità belga per il lavoro, una costola del Ministero del lavoro di Bruxelles. Al centro dell’indagine ci sono le condizioni di lavoro di oltre 3500 riders di Deliveroo.

Secondo l’Authority l’azienda britannica non avrebbe rispettato le leggi. I riders vengono pagati a consegna e sono considerati lavoratori autonomi, cioè che non hanno diritto a un trattamento previdenziale, degli straordinari o delle ferie pagate. Ma secondo Deliveroo se un tribunale dovesse decidere che i riders sono lavoratori dipendenti anziché lavoratori autonomi questo equivarrebbe a privarli della flessibilità lavorativa che loro stessi vogliono. La prima udienza è fissata per l’ottobre dell’anno prossimo e, se ci saranno appelli, potrebbe andare avanti per molti anni.

Deliveroo, azienda con sede a Londra nella quale Amazon ha comprato una quota e che adesso è al centro di una indagine anche in quel paese, è uno dei business online in crescita maggiore. Utilizza 60mila riders in 13 paesi in Europa e consegna i pasti che prende da circa 80mila ristoranti e take away.

Per fornire un esempio delle conseguenze sul modello di lavoro autonomo, il segretario permanente della confederazione del lavoro belga, Martin Willems, che è stato coinvolto nelle indagini, ha raccontato alla stampa il caso di un rider che è caduto dalla bicicletta e si è rotto una vertebra, restando bloccato per quattro mesi. In questo periodo non ha potuto lavorare e quindi pagare l’affitto, venendo cacciato e diventando un senza casa.

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