Oltre il 90% delle password create dagli utenti di Internet, persino quelle considerate sicure dai dipartimenti IT, saranno vulnerabili agli attacchi degli hackers nel 2013.
Lo sostiene la società internazionale di consulenza Deloitte, ribadendo che le parole di accesso più lunghe e complesse si traducono in maggiori livelli di sicurezza, ma ammettendo che tuttora le persone “le trovano, comprensibilmente, più difficili da ricordare”.
Come ha spiegato Jolyon Barker, a capo della divisione tecnologia di Deloitte, la strada per migliorare la protezione degli utenti potrebbe essere quella dell’ “autenticazione a due fattori”. “Potrebbe essere utilizzato – ha chiarito Barker – un ulteriore ‘pezzo’ di identificazione: per esempio una password inviata al cellulare o allo smartphone, un dispositivo fisico da inserire in una porta Usb o anche un parametro biometrico dell’utente”.
Sottolineando che una protezione inadeguata delle “parole d’ordine” può causare la perdita di miliardi di dollari, Deloitte afferma che gli attacchi dei pirati informatici continueranno a crescere con l’aumentare del valore delle informazioni protette.
Peraltro, come evidenziato da una ricerca dello scorso giugno, molte persone usano ancora parole di accesso troppo facili da individuare. In cima alla lista delle peggiori c’è proprio “password”, seguita da “123456” e altre come “abc123” o “iloveyou”.
La stessa Facebook ha ammesso che ogni giorno centinaia di migliaia di account vengono violati dagli hackers. Su un miliardo di connessioni al sito ogni 24 ore, 600.000 sono di malintenzionati che tentano di accedere a messaggi, foto e altre informazioni personali degli iscritti.